08-10-2013
HALGRATH
"Out Of Time"
(Cryo Chamber)
Time: (67:31)
Rating : 7
Pochi mesi fa ci siamo occupati di "Arise Of Fallen Conception", terza uscita sulla lunga distanza per il solo-project della russa Agratha Mirrait e prima nel formato fisico del CD (il mini "Out Of Time" del 2011 usciva in CDr), peraltro supportata dalla rediviva e seminale Cold Meat Industry. Quell'album usciva ufficialmente nel novembre del 2012, ma solo un mese prima la Cryo Chamber di Simon Heath (Atrium Carceri, Sabled Sun...) aveva rilasciato in download a pagamento "Out Of Time", secondo album di Halgrath dopo l'esordio del 2010 "Liquid Mind" (edito anch'esso nel solo formato digitale). All'epoca la Cryo Chamber era essenzialmente una netlabel con pubblicazioni a pagamento, ma come i recenti fatti dimostrano (il nuovo Atrium Carceri e la ristampa di un'ottima compilation) la stessa si è ora aperta alle uscite nel formato fisico, peraltro curando bene il package, ed ora tocca alla ristampa in CD del secondo album di Halgrath, impreziosita dalla confezione digifile a tre pannelli. Rispetto all'album recensito di recente su queste pagine, "Out Of Time" poggia decisamente meno sull'uso della voce (che Agratha sfrutta alla stregua di uno strumento) e su toni definibili come rituali, attestandosi piuttosto su coordinate più tipicamente dark ambient, non senza sfruttare anche un nutrito apporto melodico. La melodia emerge già armoniosa fra i lugubri riverberi e le abrasioni droniche dell'iniziale "Summoning Of The Goddess", per tornare a più riprese nella seconda metà dell'opera in momenti quali la lenta e sontuosa "Follow Eternity", "He Led Me Through The Dark Caverns", la dolente "We'll Go Through Sorrow, Holding Each Others Hands" ed il placido ma teso atto finale "The Light Of The Earth's Spheres". Ancora non incline ad integrare appieno la voce (la sola "Deep Underwater", sciamanica come non mai, sfrutta vocals salmodianti), Agratha era già comunque in grado di offrire una buona gamma di variazioni sul tema in un impianto dark ambient non rivoluzionario ma di pregevole fattura (grazie anche alla notevole resa audio), come dimostrano episodi quali la misteriosa ed onirica title-track, la sottile e inquietante "Down, Here", la severa "The Resistance", la spettrale e tormentata "Lethal Injection", la sulfurea "Dark Dusty Corner" ed una "Horoathea Mass Of Aegorath" dai toni sacrali. Un lavoro qualitativamente valido che, senza dubbio, meritava di venire fissato su CD: consigliato.
Roberto Alessandro Filippozzi
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http://cryochamber.bandcamp.com/