28-09-2013
COLLOQUIO
"L'Entrata - L'Uscita"
(Eibon Records)
Time: (52:38)
Rating : 8
Infine, come già successo fra il secondo ed il terzo album di Colloquio, anche per questa quarta fatica dell'act nostrano si sono dovuti attendere ben sei anni... Era infatti il 2007 quando Gianni Pedretti, unite le forze con Sergio Calzoni (la mente degli ottimi Act Noir), dava alle stampe il superbo "Si Muove E Ride", autentico gioiello che avevamo accolto con tutto l'entusiasmo del caso da queste pagine. Nel frattempo l'intesa a due fra Gianni e Sergio sì è definitivamente cementata, e finalmente possiamo ascoltarne i frutti, ancora una volta grazie al prezioso supporto della Eibon, che nuovamente appronta una splendida confezione cartonata a tre pannelli, completa di booklet. Se col precedente opus l'elettronica aveva inevitabilmente preso il sopravvento, essendo il 'pane quotidiano' di un sound designer preparatissimo come Sergio, nella nuova fatica i confini vengono ampliati grazie all'apporto di una serie di ospiti, capaci di apportare ognuno quel qualcosa in più ai vari brani: Beatrice Soriani alla voce, Enzo Balestrazzi al sax, Max Bianchi alla chitarra, Michele Preti al contrabbasso e Luca Gallerani alla batteria. Ne scaturisce un suono inevitabilmente più ricco ed organico, se vogliamo ancor più notturno rispetto alle fatiche precedenti (a più riprese vicino proprio a certe intuizioni del passato di Colloquio), dove la voce disillusa di Gianni canta ancora una volta dell'inadeguatezza di questa vita fra le strutture erette con abilità da Sergio ed impreziosite dagli ospiti di cui sopra. Parlare di suoni 'sperimentali' e di glitch serve in effetti a poco, perché Colloquio non è facciata né intrattenimento, bensì frammenti di vera sofferenza dovuta alle storture di una vita troppo diversa da quella che si vorrebbe, che declinano con mestizia questo incedere stanco chiamato 'quotidianità' senza fermarsi a schemi e stili precostituiti. L'elettronica è sottile e notturna nei glitch dell'opener "In Un Piccolo Spazio", ma la placida mestizia di "Così Distanti" sa colorarsi di dolcezza melodica sfruttando bene anche il sax, mentre i toni lambiscono umori jazz soft e notturni in momenti quali il dolente singolo "Tempo Brucia Tutto" (disponibile in rete il clip) e la sofferta "Dalla Finestra", quest'ultima impreziosita dalla presenza vocale di Beatrice in un refrain che trasuda speranza. L'intimismo raggiunge il culmine nella downtempo di "Quali Parole", laddove l'elettronica si fa più suadente e penetrante in "Più In Fondo", dove la chitarra richiama certe atmosfere proprie degli stessi Act Noir di Sergio; bene anche l'etereo soffio pulsante della strumentale "23-1" e la disillusione cantautorale della conclusiva "Meglio Così", ma i momenti migliori di un lavoro ancora una volta perfettamente riuscito sia sul piano pratico che su quello emotivo sono senza dubbio "Pareti", ipnotico ed avvolgente gioiello dove le soluzioni electro di Sergio si intensificano fra abrasioni industriali e finezze in fase di arrangiamento, e la lunga title-track (oltre 10 minuti), autentico moloch dissonante che si accende fra ritmi meccanici e suggestioni da soundtrack. Menzione doverosa per la superba produzione, perfettamente in grado di sottolineare i molti dettagli di un suono ricco di sfumature, anche grazie al mastering di un mostro sacro del calibro di Simon Davey. L'ennesima conferma da parte di un progetto che eleva il significato di intima disillusione a forma d'arte assoluta e totalizzante.
Roberto Alessandro Filippozzi