28-09-2013
PETER ANDERSSON
"Music For Film And Exhibition 3"
(Wrotycz Records)
Time: (74:54)
Rating : 7.5
Peter Andersson torna per la terza volta a raccogliere in CD i lavori finalizzati a supportare film ed esibizioni. Il padre di Raison D'Être, senza dubbio uno dei maggiori progetti dark ambient di sempre, dà sfogo alla sua creatività togliendo i propri componimenti dal loro habitat naturale per trasporli in un grande puzzle digitale, pronti ad evocare quelle immagini di cui sono stati privati o a stimolare la fantasia dell'ascoltatore. Tale operazione ha già portato in passato a buoni frutti (il volume 1 risale al 2007 e il 2 al 2010), sottolinenando una volta di più le grandi capacità del compositore svedese. I brani risalgono al periodo compreso tra il 2011 e il 2013, tutti scritti esclusivamente per esibizioni, ad eccezione delle tre tracce per il film mai completato "Tulpa", risalenti al 2000. Il loro punto focale risiede nei rumori elaborati e strutturati in maniera minimale, distanti dal frastuono o dall'accumulo, collocati in modo da poterne estrapolare echi vitali e movimenti quotidiani (a tratti non così distanti dalla follia del side-project Bocksholm). Sussulti dronici di matrice sognante o tipicamente prossimi al noise tornano a più riprese, talvolta con qualche ventata di oscurità, giusto per ricordare l'imprinting originario. La parte più emozionante riguarda comunque gli excerpts per "Tulpa", già apparsi nella loro stesura definitiva in "Music For Film And Exhibition 1" e qui riproposti nella versione 'in nuce', dotati di un tribalismo celebrativo che incrocia ambientazioni tibetane a ritmiche mantriche. Più in generale i piccoli rumori di questo CD diventano tasselli di un mosaico astratto, finora il più lontano dalle caratteristiche cupo-orchestrali del progetto madre, segno di un'evoluzione in chiave sperimentale più votata alla disposizione dei singoli dettagli e all'attenzione dello spessore sonoro che alle riprese corali e d'atmosfera. L'assenza di melodie e di partiture para-strumentali ne fanno il capitolo più aspro, esente da delicatezze mistico-riflessive, ma capace di estrapolare brividi dal gelo. Vezzi artistici che non finiscono di sorprendere.
Michele Viali
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