22-09-2013
THE BLUE PROJECT
"Adrift"
(Eibon Records)
Time: (40:15)
Rating : 8
Forse qualcuno ricorderà i The Bel Am, duo italiano che nei primi anni '90 realizzò un EP ed un album, prima di scomparire nel nulla... Di quella formazione faceva parte Maria Cristina Anzola, dotata cantante che, dopo tanti anni, ritroviamo al fianco di Davide Borghi (noto mastermind degli Albireon) in questa nuova avventura artistica denominata The Blue Project, al debutto ufficiale sotto l'egida di una Eibon sempre attentissima alla qualità delle proprie proposte. Racchiuso in uno splendido digisleeve a tre pannelli (magnificamente adornato dai bei dipinti della stessa Maria Cristina), l'album d'esordio del duo vive delle sottili e sfuggenti basi strumentali create dal buon Davide, sfondo quantomai ideale per lasciare la Anzola totalmente libera di spaziare con la sua magnifica ed evocativa voce, regina incontrastata nelle dodici tracce che compongono l'opera. "Adrift" si presenta estremamente eterogeneo nelle sue strutture, di rado 'sporcate' da riverberi industriali ("Day By Day", la più solare "Autumn's Spirits"), e nel caso specifico ciò non si traduce in una monotonia univoca, perché tale è il pathos che queste impalpabili pennellate di elettronica eterea, spogliate del ritmo ed unite alle superbe evoluzioni vocali di Maria Cristina, sanno generare, che ogni frangente riesce letteralmente a toccare le corde dell'anima con estrema grazia e trasporto emotivo. Le vocals, evocative come non mai, rimandano per costruzione alla secolare eredità di traditional senza tempo come "The Unquiet Grave" o "The Wind That Shakes The Barley" (la sola "Without Looking Back" assume maggiormente i tratti della forma-canzone), e nell'estrema sottigliezza della lunga e conclusiva "The Glass Child" affiorano le ottime percussioni etniche del gradito ospite Riccardo Spaggiari degli Ataraxia. Una produzione perfetta per esaltare le peculiarità dell'inedito duo completa il quadro in un lavoro di grande spessore artistico ed emotivo, primo passo di un progetto che potrà regalarci ancora tante soddisfazioni e che conferma lo stato di salute di una scena nazionale che, a livello di gruppi, sa sempre offrire nuove proposte di grande valore e respiro internazionale.
Roberto Alessandro Filippozzi
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