22-09-2013
STRYDWOLF
"Weltstorm"
(SkullLine)
Time: (43:22)
Rating : 6.5
Il 2008-2009 è stato il periodo in cui Strydwolf ha iniziato la sua attività discografica, pubblicando in quel lasso di tempo qualcosa come quattro CDr, un CD ed uno split - sempre in formato CDr - assieme a Shattered Hand. Le prime quattro uscite, fra cui "Weltstorm", furono rilasciate dall'etichetta personale dell'act olandese, ossia la Heitelân Records, mentre le due successive segnarono il passaggio del progetto alla scuderia della SkullLine, presso la quale risulta ancor oggi accasato. Il forte sodalizio con la SkullLine porta oggi Strydwolf a tornare sul mercato non solo col nuovo album "Lieder Von Traum Und Tod" (di cui vi parleremo presto), ma anche con la gradita ristampa di "Weltstorm", edita in uno spartano CDr in sole 100 copie numerate a mano ed interamente rimasterizzata, senza alcuna modifica alla tracklist. Rispetto ai lidi neofolk abbracciati di recente, il suono di Strydwolf ad inizio carriera risultava ben inserito in un contesto marziale e sinfonico piuttosto classico, dove l'apporto vocale era fornito unicamente dai campionamenti di cori lirici. Un suono quindi più belligerante ed in linea con molti altri progetti di casa SkullLine, coeso nella direzione intrapresa dall'iniziale e possente "Interlude" sino al dolente e mesto finale sinfonico di "Overgave", passando per le esercitazioni militari di "We Are The Red Army", il solenne requiem marziale "Standing Strong", la cupa e minacciosa "Barensnood", la bellicosa "Afscheid", la pomposa "Magna Frisia" e la più fragorosa e a suo modo gioiosa "Badenweiler Marsch". Bene il campionamento dei cori lirici, maschili in "Dienstbaarheyd" e femminili nella sontuosa "Aan Alle Fronten", ma i momenti più alti dell'opera rimangono la cupa e sinfonica "Opstand", capace di tingersi bene di marzialità, e la sottile e drammatica carezza oscura "Ik Had Een Kamaraad", ancora baciata dai bei samples corali femminili. Non un lavoro che all'epoca sconvolse le sorti del genere marziale, finanche un po' ingenuo in certe soluzioni se ascoltato oggi, ma comunque un'opera che già mostrava il buon gusto compositivo di Willem, e che senza dubbio meritava una pur circoscritta operazione di ristampa per quei cultori che all'epoca si erano persi l'edizione originaria.
Roberto Alessandro Filippozzi