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Room 108

08-08-2013

L.C.B.

"San Sabba"

Cover L.C.B.

(Santos Productions)

Time: (57:23)

Rating : 7

"San Sabba" è uno dei tanti volti di L.C.B. (noto anche come Le Cose Bianche), il progetto dell'aretino Giò (dei Malameccanica) che alterna, in una discografia già vasta dal 2009 ad oggi, soluzioni molteplici nate da spunti diversi e divise tra sperimentazioni libere e dischi che hanno una ben più delineata pianificazione. L'album fa in parte leva, come si evince dal titolo, sul tema usato e abusato dei campi di concentramento intesi come fulcro negativo di un malessere tutto interno all'autore, ma anche come citazione e tributo a Maurizio Bianchi e al suo monumentale "Symphony For A Genocide", di cui vengono recuperati i temi e soprattutto quelle sonorità fredde e ruvide, che riproducevano con stupefacente semplicità i movimenti di un'inesorabile macchina di morte. I suoni gelidi, memori della prima stagione industriale, diventano uno sfondo o un intermezzo per la personalità straripante di Giò, che senza peli sulla lingua mette in gioco sé stesso, introducendoci alla sua visione del mondo e delle cose attraverso fatti vissuti in prima persona. In maniera mai autoreferenziale e con una buona dose di coraggio vengono spalancate le porte di un abisso interiore percorso attraverso un ripiegamento su sé stesso, che ci porta dal crollo delle certezze personali ai limiti e alle pochezze dell'essere umano di oggi, facendo esplodere rovinosamente ogni tassello di un'intera vita fino a ritrovarci al cospetto di un'apocalisse compiuta, tra rovine e disonterientamento. La mente diventa specchio del mondo, mentre sullo sfondo scorrono i suoni distruttivi di un appassionato di musica industrial, ma stavolta si fa sul serio, e la morte evocata e stilizzata in "Stillborn" o nella title-track, così come in tanti altri dischi di genere che citano l'orrore dei lager, è la morte interna, la fine dei sogni, il cinismo serpeggiante di chi non ha più illusioni. "San Sabba" diventa così un efficace mix tra Whitehouse e Massimo Volume, dove la violenza di suoni e parole non serve a pose plastiche, ma a svelare una cruda verità. Ogni tanto fa bene anche un sano pugno nello stomaco.

Michele Viali

 

http://lecosebianche.blogspot.it/