01-07-2007
LADY MORPHIA
"Essence And Infinity"
(Autoproduzione)
Time: (46:31)
Rating : 6.5
Sinceramente era un po' che mi chiedevo quali fossero le intenzioni dei fratelli Nedzynski, i quali, dopo aver dato alle stampe un album nel 2000 ("Recitals To Renewal", anch'esso autoprodotto), erano finiti in mille compilation di genere (tra cui le Thaglasz ed alcuni importanti prodotti specifici dell'ambito marziale e neofolk, come "Wir Rufen Deine Woelfe", "Audacia Imperat" o il recente, ambizioso "Looking For Europe"), ma di pubblicare un nuovo album sembrava non ne avessero la minima intenzione... Dunque, questo "Essence And Infinity" giunge accompagnato da ottimi presupposti di miglioramento rispetto al precedente "Recitals To Renewal", soprattutto grazie alla gavetta fatta per sei lunghi anni passati tra collaborazioni (Werkraum) e i contributi succitati. Le tematiche affrontate nel nuovo album sono quelle tipiche della brown area (qualcuno potrebbe parlare ormai di luoghi comuni): la decadenza della cultura e della tradizione del mondo occidentale analizzata a partire dall'opera del filosofo tedesco Spengler, relazionato sia a Nietzsche che a Evola. Come potrete immaginare, il nostro combo si rifà anche per l'aspetto musicale al neofolk: molti dei brani sono infatti incentrati su una chitarra classica malinconica e una voce melodica modulata su toni gravi, con l'aggiunta di linee di basso un po' ingombranti e molto rock. Sorprende invece l'idea di accostare ai pezzi neofolk un buon numero di brani deathrock (sicuramente l'altro genere amato dai fratelli Nedzynski) come "Fallen Empires", "Carmen Ad Occidentem" e "Sturmjahre", e non manca all'appello anche una traccia prettamente elettronico/ambientale dagli echi bellici, posta ad aprire il lavoro. Ovvia e prevedibile è anche l'inserzione abbondante di samples e voci campionate, oltre ad arrangiamenti neoclassici dall'andamento marziale, qualche percussione guerresca e le solite trombe di deathinjuniana memoria. L'imitazione dei grandi nomi della scena si fa sentire un po' ovunque toccando l'apoteosi con il pezzo "Ancestral Memories", che paga un tributo ai limiti del plagio ai Death In June di "Rose Clouds of Holocaust"; tutto ciò mostra come i fratelli Nedzynski siano ancora soltanto dei buoni mestieranti, ottimi conoscitori di band che hanno scritto la storia del genere, ma purtroppo ancora ben lontani dallo spessore autoriale che ci si auspicava dopo anni di esperienza. Consiglio questo lavoro ai neofolkers completisti, a patto che riescano ad approvare (ma ne dubito) le sonorità old gothic e post-punk mescolate alla marzialità di maniera.
Michele Viali
http://www.gla.ac.uk/~dc4w/lmorphia/front.html