11-07-2013
AIMAPROJECT
"Di Aima Il Segno"
(Show Me Your Wounds Prod.)
Time: (72:25)
Rating : 8.5
Raramente l'Italia produce personaggi che sappiano spaziare fra varie forme d'arte, incrociandole e utilizzandole per esprimere la propria visione del mondo. Sarà forse colpa dell'eccessiva 'specializzazione' che investe sia il mondo del lavoro che la cultura, sarà una certa pigrizia mentale che sembra attanagliare le giovane generazioni, sazie di tutto e quindi poco stimolate alla ricerca di cose nuove... Fatto sta che il panorama culturale italiano, e quindi pure quello musicale, tende verso un triste appiattimento. Fortuna vuole che ogni tanto venga fuori qualche personaggio che rompe lo schema imperante, aprendo spiragli nel grigiore in cui è precipitata la cultura, considerata ormai da un ventennio una sorta di inutile soprammobile buono solo per prendere polvere. Aima (al secolo Luisa Papa), sensibile ragazza lombarda trapiantata in Emilia, è l'eccezione, il personaggio che restituisce qualche speranza a chi crede che si possa fare arte al di là delle logiche di mercato. "Di Aima Il Segno" è il suo nuovo lavoro, che raccoglie tutte le collaborazioni avute nel tempo con altri artisti di pari sensibilità e si pone senza dubbio fra le migliori uscite degli ultimi tempi. Già il titolo è una dichiarazione di intenti, un voler mettere in chiaro che nelle 15 tracce del programma troveremo solo ed essenzialmente Luisa e il suo mondo, la sua sensibilità, la sua anima. La cura della confezione (doppia bustina cartonata con booklet allegato) è il normale riflesso della cura interiore con cui questo personaggio crea la propria musica, per trasmetterla nella maniera più completa a chi ascolta. La ricerca del bello, della forma perfetta non è un percorso fine a se stesso ma, nelle mani di Aima, diventa un viaggio per raccontare il proprio Io. Le quindici tracce del CDr (limitato a 199 copie), che si muovono fra il neofolk di cui si esalta la matrice esoterica e il gotico più oscuro, altro non sono che stazioni di questo percorso. Difficile trovare brani che si elevino dagli altri. Non si può tuttavia restare indifferenti alla lunga suite "Homo Aureus" (con :Rykij:), che si snoda su atmosfere orientali sostenute dalla voce eterea della protagonista in un mantra inesauribile che porta all'ipnosi, così come "Nacht", in collaborazione con Gerhard Hallstatt (Allerseelen). Non stonano nel complesso le tentazioni industrial di matrice Cold Meat Industry di "Eis' Elion (Orphic Hymn To The Sun)" (con Pino Carafa di Rosa Rubea) e "Stanze" (con Roberto Del Vecchio, che proprio con Aima forma i Les Jumeaux Discordants), mentre stupisce la cover minimale di "White Rabbit" dei Jefferson Airplane (ancora con Carafa). "Di Aima Il Segno" tuttavia è un lavoro complesso, impossibile da descrivere a parole, ma anche impossibile da ascoltare distrattamente. È un album che si apprezza dopo vari ascolti, per via delle tante influenze e dei tanti spunti che vi si possono trovare, complice la sua natura collaborativa. La cosa certa è che l'etichetta Show Me Your Wounds è riuscita a valorizzare il talento di un artista che, ne siamo certi, saprà stupirci anche con le prossime uscite.
Ferruccio Filippi