12-06-2013
VIR MARTIALIS
"Hierophanie - Prelude To A War Of The Future"
(Rage In Eden)
Time: (51:06)
Rating : 5
La scena marziale, sempre più avvizzita e stagnante, trova i suoi epigoni anche in località esotiche, di fatto lontane dai campi di battaglia della seconda guerra mondiale ed ideologicamente estranee ai vecchi totalitarismi. Vir Martialis, progetto capitanato da Ricardo V., viene addirittura dal Venezuela e, dopo un paio di releases prodotte dall'attivissima label argentina Twilight Records, sbarca nel vecchio continente grazie all'interessamento della polacca Rage In Eden, da sempre sostenitrice delle ambientazioni guerresco-industriali. Ricardo non si inventa niente, rispolvera le 'armi' dei grandi nomi del passato e ricostruisce come può la solita minestra, un po' debitrice dei vecchi senatori, un po' rifinita con la durezza di chi ha ancora poca esperienza e idee di terza mano. Lo zoccolo duro del CD è composto da pezzi costruiti su ritmiche di rullanti e timpani, voci campionate intente ad oscure declamazioni, controcanti corali e sottofondo orchestrale di archi: una ricetta che rimanda dritto alla prima stagione artistica dei Puissance, con andamenti neoclassici e pomposi che nascondono tra le righe gli afflati di marcette militari. Incorrono variazioni in pezzi come "Schmachfrieden", dove a movimentare la situazione troviamo un tema di piano, o in "Kshatrya", dove l'atmosfera si fa più tesa e le orchestrazioni lasciano spazio ad una vena industriale fatta di colpi percussivi, o ancora in "El Hombre Total" e in "Taliban Fighters", arricchite dalle solite raffiche di spari e da funebri tappeti di synth. I due interventi in qualità di special guest, firmati Karma Marata e Barbarossa Umtrunk, portano ad un arricchimento stilistico solo nel secondo caso: il brano "À La Gloire Du Sacré" ha infatti una corposa vena orientale e mistica, data da percussioni tribaleggianti e corni tibetani. I temi sono triti e ritriti e trapelano unicamente dai titoli: si va dalle guerre ai regimi totalitari, fino alle citazioni di realtà passate (kshatrya, waldgänger); unica eccezione è la traccia "Taliban Fighters", che apre le porte del genere ad una riflessione finora sconosciuta, pur non riuscendo bene a capire da quale punto di vista essa venga trattata. Nel complesso un lavoro indirizzato ai completisti del martial-industrial, ancora povero nelle rifiniture, troppo legato ai vecchi schemi e spesso sterile nei suoni: tutti limiti che vengono evidenziati ascoltando il pezzo realizzato con Barbarossa Umtrunk, l'unico veramente dotato di senso compiuto.
Michele Viali
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