16-05-2013
CONTEMPLATRON
"Prabhashvara"
(Wrotycz Records)
Time: (68:06)
Rating : 7.5
La vita artistica di Contemplatron si è sviluppata parallelamente all'attività della polacca Wrotycz Records, tanto che il debut "Antarabhãva / The Six Realms" (2005) è stato la seconda uscita in assoluto per l'attenta label che da sempre offre asilo al connazionale Jaroslaw Wierny ed al suo progetto. Con l'esordio ed il successivo "Delog" (2008) il Nostro ha plasmato un suono dark/ritual ambient che ruota attorno ad un'aperta devozione per il buddismo tibetano, chiaramente riscontrabile anche nel titolo e nella simbologia della nuova fatica, la cui magnifica confezione digipak a sei pannelli si fregia di inserti argentati ed in rilievo di gran pregio. Giunto nell'arco di sette anni al fatidico appuntamento con la terza prova (uscita sul finire dello scorso anno), Jaroslaw riesce a compiere l'atteso salto di qualità, non solo sfoggiando una produzione superiore rispetto al passato e assolutamente ottimale (complice il mastering dell'impeccabile Peter Andresson/Raison D'Être), ma soprattutto riuscendo ad arricchire e a rendere ancor più suggestivo ed efficace un approccio alla materia dark ambient legato a doppio filo alla cultura tibetana ed alla sua profonda dimensione spirituale. L'iniziale title-track ("luce chiara") è un momento di grande effetto, fra rintocchi ritmici e melodie sontuose, samples vocali inevitabilmente tibetani (ma non solo il tipico throath-singing, come alcuni potrebbero immaginare) ed oscure pennellate rituali, sino al magistrale crescendo ipnotico e cupo. Jaroslaw maneggia con grande cura e abilità tanto la materia dark ambient quanto quei samples - prevalentemente vocali - che incastra intelligentemente e con gusto, completando le sue creazioni con percussioni, campane e gong che rivendicano la matrice orientale a cui Contemplatron fa riferimento. Talvolta più fosco e fumoso (le movenze minacciose fra i riverberi e le nebbie di "Ganachakra", le misteriose emanazioni cosmiche di "Mahavidya"), l'artista regala un'altalena di sensazioni nei quasi venti minuti di "Yamantaka", dove una dark ambient particolarmente lugubre si alterna a frangenti rituali dettati dall'ossessività di percussioni e canti; fra i momenti migliori c'è senza dubbio anche la magnetica "Sukhasiddhi", dove un altro eccelso crescendo seduce quella stessa mente che è al centro dell'azione di Contemplatron. La più tenue "Avalokiteshvara" ruota attorno all'ennesimo sample vocale, a testimoniarne l'importanza nell'intero contesto; gran finale con "Arupakaya", il cui fascino oscuro e rituale non può davvero lasciare indifferenti. Un notevole passo in avanti per un progetto ben indirizzato ed ormai maturo a sufficienza per ingolosire i più fini cultori della dark ambient: dategli la chance che merita.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.contemplatron.art.pl/