25-04-2013
OLD SPARKY
"Sneaky Pop"
(Raising Real Records)
Time: (36:00)
Rating : 9
La struggente bellezza di questa nuova e quinta fatica in casa Old Sparky risulta addirittura spiazzante quanto inaspettata, tanto da far gridare al miracolo per il brillante "Sneaky Pop", davvero linfa per la musica sintetica. Fabio Desogus si è sempre dimostrato un artista appassionato, determinato e risoluto. Dal ´96, anno di nascita del suo progetto electro che accomuna influenze trip-hop e chill-out, Old Sparky (sarcastico soprannome usato in America per la famigerata sedia elettrica, la 'vecchia scintillante' appunto) ha apportato modifiche e arricchimenti sia al proprio sound che alla formazione restando costante in termini di qualità, nonostante una certa propensione ad un'estetica che nel precedente "Lighthouse" pareva molto devota a Massive Attack, Tricky e alla scuola britannica, tanto da far sperare in quell'originalità in più che avrebbe aperto a Fabio le porte dell'olimpo underground italiano, e non solo. La crescita musicale pare compiuta, e questo nuovo disco risulta epocale tanto nella carriera dell'artista sardo quanto nel panorama della scena electro italica. Davvero difficile scegliere un punto di partenza per "Sneaky Pop", talmente la sua natura occupa più dimensioni, eccellendo cosí tanto in originalità. Basti sapere che Fabio si è questa volta avvalso di un compagno per l'intero viaggio, Massimo Usai (dei Recordings Of The Flesh), chitarrista e cantante che assume le vesti anche di paroliere e produttore, ma in generale le sorprese non vengono sicuramente a mancare. Affrontando episodi vincenti come "Liquid" e "Two Women One Mirror" Old Sparky ha galvanizzato le sue sonorità, intrise di teatralità e atmosfere cinematografiche, splendidamente ritmate e seducenti, fluide e plastiche, in grado di insinuarsi nelle orecchie come un irresistibile veleno. E ci troviamo di fronte al punto più alto del suo genio compositivo, in grado di arricchire l'anima del progetto senza rinnegare le radici downtempo irrorate coi precedenti lavori. Grandi novità in "Contemplate", "Fall" e "Not A Dream", dove la collaborazione con Usai dà vita a un etereo synth-rock decadente e a tratti cantautoriale, e dove Desogus mostra anche che nella macchina Old Sparky si riesce a fare spazio alla forma-canzone più umana e personale. "In Spite" è un contributo solido e brillante di ethereal rock sempre inglese, pari all'immensa poetica decadentista degli Antimatter, affidata a gorgheggi sofferti e arpeggi pulsanti. Un gioiello invece l'esperimento goth di "The Gift Song", dove si introduce la dotata vocalist Lorena Carta, sorretta dalla sezione ritmica di Angelo Argiolas: un'anima da rock band per un brano in grado di far impallidire i disanimati Lacuna Coil. Non è una rottura col passato, ma un'evoluzione involontaria, una rivisitazione dei generi che circondano l'electro atmosferica. La visione di Old Sparky dei generi alternative per eccellenza. Un capitolo che merita l'elogio assoluto, perché così poco ricorrente in termini di qualità e modesto, nonostante la grandezza professionale. Un lampo di genio che deve obbligatoriamente spiccare tra la vostra collezione.
Max Firinu
http://www.facebook.com/oldsparkymusic
http://www.raisingrealrecords.com/