30-03-2013
RMEDL/K11
"Chthonian Music"
(Cold Spring)
Time: (72:25)
Rating : 7.5
La Cold Spring, label ormai esperta nel recupero di album post-industriali e oscuri, non perde l'occasione di dare alle stampe per un pubblico largo il piccolo gioiellino sperimentale "Chthonian Music", edito tre anni fa dall'italiana Radical Matters in un'edizione lussuosa destinata ai palati più raffinati. Come potete notare dall'intestazione del disco, l'opera nasce dalla mente di RMEDL (in altri termini la stessa Radical Matters nella persona di Sandro Gronchi) e viene messa in atto da Pietro Riparbelli, meglio noto nelle vesti dell'act sperimentale K11. Si tratta della trasposizione su supporto digitale di un'installazione acustica da realizzare in un antico ipogeo etrusco durante il solstizio d'estate; la realizzazione audio è stata concepita da Riparbelli col supporto di una lunga lista di autori, che hanno fornito le proprie partiture sonore: tra i tanti nomi coinvolti nel progetto svettano Francisco Lopez, Christina Kubitsch, Andrea Marutti, Gianluca Becuzzi e Nordvargr. Da tale sinergia nasce un disco che ricostruisce la magia di un luogo senza tempo, attraversato da popolazioni diverse, e riportato coi suoni alla sua funzione primordiale e sacrale. Buona parte dell'album trova le sue fondamenta in un'ambient-noise cupa e cerimoniale, costruita su field recordings, drones e concretizzazioni di materiale acustico: ne è un perfetto esempio il pezzo d'avvio "Mvndvs", che sembra voler ricostruire la natura estiva fotografata nel mistero di una notte stellata, appena 'sporcata' da sporadici riverberi sonori; o anche la parte conclusiva della lunga suite centrale "Katàbasis", dove i rumori sintetici e le distorsioni, a dispetto di quanto ci si possa aspettare, mettono in scena un'oscurità tranquilla sebbene catacombale. In altri momenti viene superato con scioltezza il limite della musica di genere: la parte iniziale di "Katàbasis" vede infatti aprirsi le porte di uno sperimentalismo minimale in cui toni molteplici (opera della Kubitsch, del chitarrista Brasini e dello stesso Riparbelli) creano un unisono lieve ed in continuo movimento. Si va addirittura verso panorami black con la seconda tranche di "Katàbasis", dove la chitarra elettrica (arpeggiata e riffata) domina la situazione accompagnata da una batteria più che rockeggiante, strumento che ritroveremo anche successivamente e sempre con una resa audio grezza e lo-fi. A fare da contralatare sono alcuni passaggi moderatamente neoclassici, giocati tra temi di piano riverberati in stile minimal anni '70 e violini che echeggiano sullo sfondo di muri rumoristici e analogici nella conclusiva "Nuktèlia". I presupposti di "Chthonian Music" lasciavano prefigurare un album forse più ostico, ma che si rivela all'ascolto assai affabile nella sua vena sperimentale. L'occasione è buona per sentire all'opera alcuni grandi nomi uniti in un concept ricercato e intrigante: per chi cerca qualcosa in più della solita dark ambient stereotipata.
Michele Viali