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Room 108

30-03-2013

LUPI GLADIUS

"Lucania"

Cover LUPI GLADIUS

(Castellum Stoufenburc)

Time: (27:03)

Rating : 7

Pubblicazione inaspettata ma meritata questa di Lupi Gladius, band dietro cui si nascondono le tre menti maschili dei ben noti Hidden Place, qui affiancati da un nuovo vocalist e da altri musicisti. Il progetto risale addirittura al 2003, ed è da allora che questo pugno di brani è rimasto chiuso in un cassetto per vedere la luce solo adesso. "Lucania" nasceva sotto la diretta influenza della grande stagione neofolk che dieci anni fa viveva i momenti migliori grazie ad un nutrito numero di act, tra i quali va collocato a posteriori anche questo progetto italiano, che forse a quei tempi poco credeva nelle sue capacità. I cinque brani malinconici, canonicamente costruiti su giri di chitarra acustica, percussioni marziali, voce stentorea ed arrangiamenti di synth, riassumono le peculiarità di un genere che ha fatto breccia. L'introduzione, affidata a "Massacro", è il punto più filmico e industriale dell'EP, basato su di un'essenzialità tutta bellica che lascerà poi spazio ad un cuore nostalgico e funereo, che deve il suo massimo fulgore al singolo mancato "Guerrieri Impavidi": un pezzo struggente, dotato di grande impatto emotivo, costruito su una melodia di ferro e impeccabilmente arrangiato con mezzi sintetico-orchestrali. La medesima forza si rinscontra anche nella mesta "Echi", dove i synth sanno rievocare qualcosa di perduto ma in parte ancora vivo. La title-track, per buona parte basata su di un'unica melodia ripetuta all'unisono da fisarmonica, chitarra e voce, rimanda alle soluzioni di band recenti come gli Egida Aurea, dove i richiami alle tradizioni sonore locali apportano variazioni ad una ricetta originariamente tutta mitteleuropea. La conclusiva "Helden" torna a far leva su di un pathos elettronico, amplificato da un canto semi-recitato e austero che si staglia su uno sfondo di lugubre marzialità. In coda troviamo due remix: il primo vede i tedeschi Spreu & Weizen ritoccare l'ottima "Guerrieri Impavidi" con un lieve sottofondo neoclassico, senza variarne minimamente l'essenza; il secondo è una rivisitazione ancor più guerresca e scenografica dell'intro "Massacro", per mano dei teutonici Waffenruhe. I temi affrontati nell'album sono quelli classici: la tradizione, la decadenza, il coraggio, la morte, la rinascita, il tutto tinto con i colori locali della terra d'origine che tornano a più riprese. "Lucania" riassume e rappresenta a suo modo quanto di buono il neofolk ha prodotto, mettendo in evidenza i fattori cardine che hanno fatto la fortuna di un genere: melodie efficaci, semplicità esecutiva e tematiche forse scomode, ma da sempre insite nella storia dell'uomo. Da rivedere alcuni passaggi canori, ma ciò non limita la bontà di un risultato che non meritava un'attesa così lunga. Avvalora il tutto una confezione sorprendente per gusto estetico e grafico. Solo 100 le copie prodotte, per uno di quegli album ancora "in piedi tra le rovine".

Michele Viali

 

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