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Room 108

17-06-2007

VARUNNA

"Cantos"

Cover VARUNNA

(Hau Ruck!/Audioglobe)

Time: (31:35)

Rating : 8

Il progetto sardo Varunna, capitanato da Alessio Betterelli, può essere definito un figlio della Hau Ruck!: nato, cresciuto, nutrito e protetto sotto l'ala di Albin Julius, si affaccia sulla scena nel 2004, e questo Poundiano "Cantos" ne segna l'esordio di lunga durata. Chi si aspetta un prodotto in linea con quanto sfornato finora dall'etichetta di Vienna sarà costretto a ricredersi, infatti il CD è lontano sia delle sonorità neofolk che dall'industrial ambientale. I brani sono costruiti su minimali giri di chitarra acustica, ma hanno spesso la vitalità e la durezza di pezzi punk, tanto che non mi meraviglierei (anzi, me lo auguro!) se tracce come "Redipuglia", "Noi senza voi", "Polvere" o "Europa" fossero reinterpretate in chiave Oi. Il sound di Varunna nasce comunque dal cantautorato italico, da quegli autori nostrani che davano larga importanza ai testi sostenuti da una musica di supporto, e questo retaggio è forte nei brani più personali come "Ichnusa", che canta una Sardegna verace, ben diversa da quella che ci presentano i mass-media, o nei pezzi dedicati a Mala. Se a livello compositivo i brani ricordano a tratti gli stornelli di vari decenni fa, sul piano realizzativo e degli arrangiamenti il sound del progetto sardo rimanda molto a quel "When Did Wonderland End?" che segnò la svolta rock di Der Blutharsch; non a caso i musicisti 'arruolati' da Alessio sono proprio Albin Julius e Joerg B., quest'ultimo creatore di Graumahd e ormai chitarrista in pianta stabile (in studio e dal vivo) per Der Blutharsch. La forza di "Cantos" sta nella schiettezza, nel coraggio di sbatterci in faccia idee corrette e scorrette, questioni personali e temi sociali, il tutto avvalorato da sonorità grezze e dirette, che hanno il merito di non confondersi con tanta roba cervellotica che caratterizza il settore indipendente. Un disco arrabbiato che odora della benzina dei cannoni, e come tale o lo odierete o lo amerete. Per me è un immenso pezzo da novanta, e continuo a pensare che se "Pistolet Automatique" degli Ain Soph fosse stato un album anziché un brano, si sarebbe di certo intitolato "Cantos".

Michele Viali

 

http://www.varunna.org/

http://www.hauruck.org/