26-01-2013
AUSTRALASIA
"Sin4tr4"
(Golden Morning Sounds)
Time: (22:18)
Rating : 7
Che commistione bizzarra questa del duo italico Australasia, composto dai due riservati musicisti Gian (chitarre, basso e tastiere) e Rico (batteria e tastiere), della cui spartizione in fase compositiva ed esecutiva nulla si può ufficializzare. Strano anche che il titolo di questo mini album conciso ed ermetico richiami in causa il nome di uno dei più emblematici vocalist della storia del secolo scorso, visto che nel dischetto non esistono testi cantati. La missione del duo è quella di stupire facendo discendere il proprio sound di chiara matrice shoegaze/post-rock dall'heavy metal estremo e corposo. Le influenze musicali elencate nella loro biografia spaziano dai Joy Division ai Mogwai, dai 35007 ad Angelo Badalamenti, fino gli At The Gates e i Cult Of Luna. Non si tratta di un progetto pretenzioso ed egocentrico, visto che dopo gli intensi ventidue minuti non si desidera altro che premere di nuovo play. "Sin4tr4" è un gioiellino modesto, alternative-rock strumentale dotto e carismatico, che non può venir meglio presentato dall'esecuzione impeccabile dei due e da una produzione che rende giustizia. "Antenna" e "Spine" alternano arpeggi sognanti a sfuriate death/black, non troppo pungenti né delicate. Nella bellissima "Apnea" ecco prendere parte alla causa una voce femminile, completamente disumanizzata e conglobata dal brano, più come uno strumento che un'esecutrice. Il resto dell'EP continua a sbandierare la matrice extreme metal, a cui probabilmente il gruppo è molto legato, ma c'è spazio anche per sottili inserti elettronici, tappeti di tastiere mai invadenti e lisergiche distorsioni doom. Una band che ha la testa sulle spalle, e che non poteva vendersi meglio. Difficile immaginare quanti amino la musica strumentale, soprattutto quando si richiama la shoegaze, dove di solito si necessita di un cantato e di una forma canzone anche commerciale, ma Australasia ha vinto la sua scommessa. La brevità del disco non lo fa cadere nella ridondanza, e tenendo conto che si tratta del loro primo lavoro, si può prendere questo piccolo lavoro come una sorta di brodo primordiale da cui verrà generata tutta un'altra band in futuro. Le possibilità sono inimmaginabili. Chissà cosa risulterebbe da una voce (magari femminile) in pianta stabile nella formazione, o in brani heavy/gothic come "Retina" più sviluppati e accompagnati da testi, tanto da osare il paragone coi Paradise Lost o i Candlemass. Oppure perché non continuare in questa dimensione strumentale? Australasia sono metafisici e iperrealisti allo stesso tempo, e la loro nazionalità ci rende fieri. Non aspettateveli però mondani come molti altri, perché oltre ad essere molto preparati, sfoderano anche l'arma della saggezza.
Max Firinu
http://www.australasiamusic.com/
http://www.goldenmorningsounds.com/