20-12-2012
LEGIONARII
"Iron Legion"
(Rage In Eden)
Time: (52:50)
Rating : 8
Definire prolifico questo primo anno di attività discografica per Legionarii appare decisamente un eufemismo, visto che da maggio in poi il misterioso solo-project europeo (non si hanno notizie precise circa la reale provenienza...) ha inanellato un totale di sei uscite, di cui l'ultima è questo secondo full-length, ancora una volta per l'ottima Rage In Eden. Lo spirito glorioso e impavido dell'antica Europa e la volontà di annientamento del vacuo e corrotto mondo moderno albergano sempre forti nel cuore del progetto, che dalle note interne del nuovo lavoro proclama stavolta: "Per costruire un impero d'acciaio... devi essere fatto di esso, sveglia il guerriero dentro di te!". Un messaggio scolpito a caratteri cubitali su battagliere sonorità marzial/sinfoniche ricche di sfumature e d'atmosfera, capaci di evocare con la massima efficacia il cupo furore delle antiche battaglie, sanguinoso turbine di armi bianche, nonostante dal proprio sito il progetto sottolinei come il nuovo album intenda portare l'ascoltatore in un moderno campo di battaglia: suoni che evocano quindi un passato di coraggio e gloria, da traslare in un'epoca dove l'imperativo è recuperare l'antico spirito, prima che sia troppo tardi. Neppure questa nuova fatica sposta di una virgola i confini del genere, ma il suono di Legionarii, intenso e fiero, si fregia della miglior produzione di sempre e, nella sua maggior snellezza e concretezza, guadagna ulteriori punti in termini di efficacia, mettendo in risalto una costruzione ancor meglio focalizzata verso la ricerca della migliore atmosfera e della massima intensità. Se il minaccioso trittico iniziale ("The Rise Of The Legion", "Today We Fight" e la title-track) è il fosco preludio all'infuriare della battaglia, dalla misteriosa e inquietante "Ahnenerbe" in poi l'opera entra davvero nel vivo: la vibrante "Sieg" esplode in un groove marziale sontuoso e dinamico, mentre le poderose scudisciate di "Strategic Advance" conducono ad un crescendo magniloquente ed apocalittico, per quella che può dirsi a pieno titolo la vetta compositiva dell'album. Superbi i toni divini della più sinfonica "Global Front", così come mirabile è il collage di suoni e samples nella seguente "Ost Und West", ennesimo esempio di come l'act selezioni i campionamenti con stile e cura nell'incastro, e di come sappia sfruttarne appieno il potenziale. Molto bene anche i momenti più genuinamente belligeranti, come "The Tripartite" (in compagnia di Waffenruhe, noto sodale di Legionarii) e la fragorosa "Guardians Of Fate", prima che i toni solenni della conclusiva "Liberation" instillino nel cuore la sensazione della vittoria finale, col sangue ancora caldo sul terreno. Queste atmosfere, queste sensazioni, queste visioni vengono delineate non solo con ammirevole padronanza esecutiva, ma anche e soprattutto con classe e con raffinato gusto compositivo, elementi che ancora una volta fanno pensare ad un nome esperto del settore dietro a questo act di cui poco o nulla si sa. Ciò che importa però è che Legionarii, nonostante l'iperattività che ne sta contraddistinguendo questo primo anno di attività, sta inesorabilmente crescendo di prova in prova, suscitando il forte interesse dei seguaci del suono marziale grazie ad un pathos guerresco di grande presa e ad un concept che, complice una veste grafica inequivocabile, attrae facilmente quelle anime che guardano con favore al passato più che al presente o al futuro, "against the modern world", come diceva qualcuno un tempo. Tutto rema in una direzione chiara: Legionarii è destinato a diventare un act sempre più importante nel panorama marziale, e verosimilmente raggiungerà in breve tempo vette artistiche ancor più alte di quelle attuali.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://legionariieurope.wordpress.com/