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Room 108

20-12-2012

BALLO DELLE CASTAGNE

"Surpassing All Other Kings"

Cover BALLO DELLE CASTAGNE

(BloodRock Records)

Time: (39:59)

Rating : 6.5

Con "Surpassing All Other Kings" il Ballo Delle Castagne conclude la sua trilogia discografica, iniziata nel 2009 con l'album omonimo e proseguita l'anno seguente con "Kalachakra". Per la terza fatica da studio la band subisce una variazione non indifferente, rappresentata dall'uscita di scena Marco Garegnani, membro fondatore nonché mente strumentistica del gruppo The Green Man; tale peculiarità porta l'altro membro Diego Banchero ad un ruolo predominante nella composizione dei pezzi (ne firma infatti sei su dieci), tanto che le tonalità e le strutture si diversificano dai brani degli esordi e tendono in qualche frangente ad assomigliare a quelle di Egida Aurea e Recondita Stirpe, due tra le più celebri band dello stesso Banchero. La partecipazione canora di Carolina Cecchinato, già vocalist di Egida Aurea, non fa che amplificare il fenomeno di osmosi sonora. Rispetto al forte mood prog-rock e psych dei dischi precedenti, in "Surpassing All Other Kings" vengono incrociati sentori stilistici diversi: su tutti svettano le ritmiche possenti e guerresche di "Il Segreto", "Apocriphon Of Gilgamesh" (adornata anche da un bel tema orchestrale) e "Tema Di Gilgamesh", dove un rullante e poderosi tamburi si dividono lo spazio con un arrangiamento orientaleggiante. Le melodie cercano un punto di mediazione tra gli echi malinconici di Egida Aurea ("Il Risveglio" sembra estratto dall'ultimo album "Derive") ed alcune ventate prog anni '70, che hanno in "Il Viaggio" il loro momento più attraente. A chiudere il quadro concorrono quattro tracce firmate da altrettanti autori, le quali diversificano ulteriormente l'andamento stilistico dell'opera. Si va da un pezzo space-ambient del frontman Vinz Aquarian ad un duetto voce-piano da cabaret d'antan ad opera di Gabriele Grixoni, fino al bel psych-folk di "Eoni" firmato dal chitarrista Roberto Lucanato ed alla cover "Fire In The Sky" degli Ya Ho Wha 13, band indubbiamente cara al vocalist Vinz. Ci troviamo di fronte ad un disco diverso dai suoi predecessori, meno compatto, frutto di sinergie diverse e spunti contrastanti, forse il più ambizioso e sperimentale dei tre: non eguaglia le vette di "Kalachakra", pur cercando di spingersi oltre. La maestosità che brilla a sprazzi rimane il maggior punto di forza. Degno di nota l'elegante packaging in digipak, con ampio libretto e i testi tutti da scoprire.

Michele Viali

 

http://www.ballodellecastagne.com/

http://www.blackwidow.it/