20-12-2012
AMFJ
"Bæn"
(Falk)
Time: (38:23)
Rating : 6.5
AMFJ è l'acronimo dietro cui si cela l'autore islandese Adalsteinn Jörundsson, personalità indubbiamente eclettica e creativa. "Bæn", rilasciato esattamente un anno fa, è il secondo lavoro da studio, arrivato a poco meno di tre anni dal nastro ultra-limitato "Itemhljód & Veinan" ed intervallato da un'uscita di tracce sparse edite in formato mp3. Tutti i lavori di questo autore sono stati messi a punto tramite l'uso del software gratuito Jeskola Buzz, ma a dispetto della natura fortemente elettronica e casalinga dell'act, i brani riescono a fornire un esito a tratti quasi tribale, unendo il gelo delle macchine ad un sanguigno martellamento percussivo. In altri termini l'anima moderna ed un po' improvvisata del progetto va ad incrociarsi con retaggi tradizionali ed antichi, dando anche esiti piacevoli. Se il pezzo d'apertura ci comunica ben poco con i suoi sei minuti di vagiti infantili gradatamente seppelliti da un noise in crescendo, è il trittico successivo a segnare il momento più emozionante dell'album, grazie a basi ritmiche torve e barbariche su cui viene collocata la voce di Adalsteinn, prima con fattezze affaticate ("Öldungur") poi con intenzioni bellicose ("Retoría"). Nel particolare svetta la corporatura più virile di "Mammón", pezzo rude che gode dell'apporto vocale di Valdimar Jóhannsson, sorretta da una base fatta di colpi riverberati e tema sintetico che mima un vento metallico. Un po' sotto tono le seguenti "Bæn" e "Lofun", incentrate su architetture minimali che vedono nel primo caso piccole particelle di rumore ripetute in loop fino a formare un'insistente andamento para-ritmico, ed una linea sintetico-analogica intermittente nel secondo caso. La conclusiva "Húsid Andar" sembra un secolare canto di guerra o celebrativo, strutturato con un contorno di elementi sonori trionfanti e rozzi, fatto che torna ad unire un'anima power-electro ad un'altra semi-folklorica, riallacciandosi virtualmente alla prima parte del disco. "Bæn" è un album breve che non riesce però a mantenere un'identità uniforme, alternando soluzioni comunicative ed ispirate ad altre che assumono le fattezze di puro riempimento, riprendendo strutture noise ascoltate e abusate (vedi alcuni progetti di casa Galakthorrö come Haus Arafna). Le buone idee di Adalsteinn Jörundsson brillano di luce propria, e su quelle dovrà insistere in futuro. Bella la confezione apribile in digifile ed eccellente la resa audio.
Michele Viali
http://www.myspace.com/amfjmusic