22-11-2012
SLP
"Wake"
(Santos Productions)
Time: (48:44)
Rating : 5
Con alle spalle una fitta lista di pubblicazioni edite quasi esclusivamente dalla netlabel italiana Spettro Records, SLP giunge al suo primo lavoro su supporto fisico grazie all'interessamento della Santos Productions, che ne licenzia un CDr dal packaging scarno e dal contenuto grezzo, fatto di un noise totale che non scende a compromessi, ma che si presenta relativamente tranquillo, epurato da eccessive aggressività acustiche. "Wake" è strutturato attraverso tre brani: i primi di ampia durata (oltre i venti minuti) e il terzo brevissimo, dotato delle fattezze di un epilogo. Il tema portante ruota attorno al concetto di cameratismo giovanile, espresso soprattutto per mezzo di immagini che rimandano allo sport e alla fratellanza agonistica, ben espressa dalle magre illustrazioni dell'artwork. Al di là di ciò si fatica parecchio a trovare un filo conduttore che leghi i suoni al concept (se di concept si può parlare), dato che il rumore freddo e meccanizzato, imperante in tutta l'opera, fornisce un effetto straniante forse volutamente a contrasto con i temi suddetti. La prima traccia è un continuo e insistente motivo analogico, una sorta di motore che rilascia sentori ambientali, vagamente collegabili con vecchie scene sci-fi, ed appena variato da riverberi e sovrapposizioni tonali; solo nel finale si sentono dialoghi -con voci anche rallentate - ed un sottofondo che rimanda alle docce di uno spogliatoio, virtualmente fotografato dopo una prestazione sportiva (il titolo "The Boys' Room" ne traduce forse l'essenza). La seguente "Let These Boys Win" piega verso un maggiore accumulo di materiale sonoro: l'aggressività noise è sempre flebile, ma in compenso il fracasso rumoristico, spesso fine a sé stesso, tende ad aumentare. La chiusa, non a caso intitolata "Good Game Boys", sorta di sigillo conclusivo di un match (magari di football americano, come ci suggerisce la copertina), è costituita da un minimale tema analogico, quasi catartico dopo la concentrazione della prima traccia e la carica fisica del secondo pezzo. Le peculiarità descrittive di "Wake" si fermano ad un involucro intelligente, riempito però con troppo poco materiale: i suoni stentano a comunicare qualcosa, e finiscono con lo spegnersi in un brusio afono che mette in mostra diversi limiti compositivi. Meglio se ascoltato ma in cuffia, ma in fin dei conti un lavoro approssimativo.
Michele Viali
http://santos-productions.blogspot.it/