25-10-2012
ROMA AMOR
"17.3"
(HR!SPQR)
Time: (18:55)
Rating : 8.5
Dopo tre CD con la Old Europa Cafe che ne hanno garantito la notorietà, i Roma Amor escono con un 10" per la HR!SPQR, proponendo variazioni stilistiche al sound folk dei precedenti lavori. "17.3" è costituito da cinque tracce e vede l'apporto in fase di rifinitura e arrangiamenti di DeviLs del Teatro Satanico, presenza che alla fine dei conti risulterà più importante di una semplice comparsata, considerando la ricchezza sonora dei pezzi. Nel complesso rimane in evidenza la matrice acustica del duo Euski-Candela, ora arricchita e variata sia da nuovi inserimenti strumentali che da una componente elettronica che addolcisce le scarne strutture di una volta. La pietra angolare del mini è rappresentata dalle melodie, forse mai come adesso incisive e magnetiche, dotate di una vena malinconica amplificata dal canto di Euski. I motivi nostalgici dell'immancabile fisarmonica incrociata con i temi di tastiera sono alla base della title-track, brano disperato che unisce l'anima tradizionale agli echi degli anni '80. Oscurità e reminiscenze wave tornano anche nella successiva "I'm Deranged", cover di un fantastico pezzo di David Bowie datato 1992, occasione per rendere tributo al Duca Bianco ma anche per confrontare due voci di primo livello, su una base privata dell'originaria sessione ritmica e rivista con modalità folk-industriali. Il lato A è chiuso dal calore latino di "Scared", tra note di piano e percussioni blues immerse in ambienti fumosi che rimandano al Nick Cave degli anni '90. Girando il vinile ritroviamo l'essenzialità degli albori con "Love To Say", una ballata libera da troppi orpelli, sorretta da una struggente melodia vocale accompagnata da piano e fisarmonica. La chiusura è affidata a "Difference", una traccia che ci trasporta di nuovo tra le atmosfere alcooliche di un blues d'antan venato di quella nostalgia tipica dei Bad Seeds. Con "17.3" i Roma Amor riescono a superarsi, variando uno stile che aveva comunque dato i suoi buoni frutti. Ora il folk si tinge di oscurità, i suoni sono più pieni e completi, stili diversi arricchiscono un impianto che già funzionava a meraviglia. Indubbiamente il loro miglior lavoro, punta di diamante di una discografia di grande qualità. Da non perdere.
Michele Viali
http://www.myspace.com/romamorensemble