25-10-2012
AUTUNNA ET SA ROSE
"Phalène D'Onyx"
(Ark Records/Masterpiece)
Time: (54:11)
Rating : 8
Saverio Tesolato è un artista completo. È vero, questa è una definizione di cui si abusa nell'ambito dello spettacolo, ma come si può definire un personaggio che è ottimo compositore, valente musicista e che delle sue produzioni cura la parte musicale, quella lirica e anche quella visiva? Artista completo quindi, ma anche, e soprattutto, artigiano della musica. Chissà se un giorno ci stupirà ancora di più, producendo un disco realizzato con strumenti di sua invenzione. Per ora è definibile come artigiano per la cura maniacale dei dettagli e per la passione che mette in ogni cosa che fa. Ci ricorda un personaggio come Simon Jeffes, il mentore della Penguin Cafè Orchestra, che amava costruire il suo folk classicheggiante curando ogni nota, ogni rintocco, fino a dominare il caos interiore che ogni artista porta con sé. Saverio è un Jeffes virato verso il minimalismo e la parte oscura del proprio essere che, negli anni, ci ha regalato una serie di piccoli capolavori già divenuti punti di riferimento per la musica d'avanguardia del nuovo millennio. Anche "Phalène D'Onyx" conferma quanto fatto finora ma, se possibile, si spinge ancora più in avanti nello sperimentalismo. Il minimalismo è il punto fondante dell'intera opera. Minimalismo della musica, basata su pochi strumenti e poche note, a volte reiterate in modo ipnotico, a volte sparate per deframmentare la composizione, quasi fosse un quadro cubista. Ma anche minimalismo nei testi, ermetici quanto basta per creare un alone di mistero e vis intellettuale che eleva i lavori di Autunna Et Sa Rose dalla massa, ormai appiattita e standardizzata su ciò che passano televisioni e radio commerciali. Tutte le sfumature nei brani sono funzionali al concept dell'opera: l'elettronica di "Intangibili Barriere..." o "Toujours Toi Dand Mes Reves...", o i giochi per le soprano e mezzosoprano dei diversi intermezzi sparsi nel programma, per arrivare alla sferzante energia cameristica di "Seele Im Spielkartenschloss" e "Sinfonia Eterea E Quieta...". Ma in questa sede non ha senso descrivere tutti i singoli brani, visto anche che ogni pezzo necessita di opportuno approfondimento, così come parlare del concept, che è ampiamente descritto nel sito web riportato in calce. Qui ciò che conta è evidenziare il grande ritorno di un artista che continua a produrre, con i suoi ritmi e i suoi tempi, dischi belli ma difficili, lontani da ogni stereotipo e soprattutto estremamente personali. Elitari forse, ma tremendamente affascinanti.
Ferruccio Filippi