13-10-2012
CANDYA
"Altalena Di Cera"
(Ark Records/Masterpiece)
Time: (46:14)
Rating : 8
In coda agli anni 90 cominciava a prendere forma, nel Napoletano, quella scena neofolk campana che avrebbe portato alla ribalta nomi come Argine, Ashram, Gor e molti altri. Erano i tempi dell'etichetta Energeia e fra gli alfieri di questa label c'erano sicuramente i Trees, che pur non appartenendo a tale genere, si sono rivelati di enorme influenze per molte delle band a venire. Questo seminale progetto darkwave, mutato il nome in Candya, si ripropone adesso sulle scene. Tornano quindi Nino e Francesco Candia, in compagnia di Davide Fusco, e torna il loro bagaglio di sogni e suoni fuori dal tempo, le loro linee melodiche eteree e affascinati. I riferimenti sono forse un pochino mutati, e se prima le venature oscure preponderavano fra le righe del pentagramma, adesso piccoli raggi di sole si intravedono nelle melodie, un sole timido e riservato ma allo stesso tempo forte e ipnotico. Fra i pezzi fa capolino il dreampop di Lush e Low, rivisto e corretto attraverso la lente sensibile della band napoletana. L'apertura psichedelica di "Human And Divine" mette già in chiaro che l'ascolto di "Altalena Di Cera" sarà un'esperienza sensoriale impossibile da liquidare come semplice ascolto di sottofondo, cosa che purtroppo accade con la maggior parte della musica proposta oggi. Il brano "Children" da una parte fa fare un tuffo nel passato, visto che a cantare è l'ex-Trees Paolo D'Addio, dall'altra apre le porte a cascate shoegaze che si ripeteranno spesso nel corso del disco. Il piano malinconico che apre "Vite A Perdere" segna indelebilmente la sensibilità di chi ascolta, mentre tentazioni post-rock si insinuano fra le pieghe di "Bride To Your Groom" e "Trees". Con "Spostamento" invece si torna alle atmosfere e alle strutture più darkwave, tipiche del periodo Trees, mentre "3 Of Us" è un monumentale esempio di commistione fra rock e musica eterea. "Altalena di Cera" non è altro che una ulteriore perla della collana della Ark Records, che infila grandi release, una dopo l'altra. I caratteri salienti dell'opera sono il mantenimento costante della forma canzone, una sensibilità fuori dal comune, il saper essere graffianti ed eterei allo stesso tempo. Tutti i pezzi presenti nel disco sono degni di venire ascoltati, ma soprattutto lasciano nell'ascoltatore sensazioni che spaziano dalla leggerezza alla malinconia, dall'angoscia alla liberazione estatica. Non è rock, non è darkwave, ma il suono dei Candya è tante cose tutte insieme. Loro hanno gettato l'amo, sta a chi ascolta coglierne tutte le sfumature.
Ferruccio Filippi
http://www.myspace.com/candyaband