30-09-2012
VERDIANA RAW
"Metaxý"
(Ark Records/Masterpiece)
Time: (54:25)
Rating : 9
Senza dubbio gli esterofili storceranno il naso una volta in più, ma non ci stancheremo mai di ripetere che, quando si parla di gruppi e artisti, la nostra scena ha ben poco da invidiare al resto del mondo: abbiamo act straordinari, ben noti o semisconosciuti, sulla cui scia ne nascono sempre di nuovi, come questo trio, formatosi solo nel 2010 dall'incontro tra la cantante/pianista (e violinista, e flautista) Verdiana Raw ed il chitarrista Antonio Bacchi, cui si è poi aggiunto il percussionista Fabio Chiari. Sì, diciamolo senza mezzi termini: straordinari sono i Verdiana Raw e l'intero loro concept audiovisivo (in sede live c'è anche la danza, ispirata al Butoh), perché l'intreccio che creano è pura magia sonora, pura estasi emozionale, sull'onda dell'ispirazione incontaminata di quella 'Art Brut' (definizione coniata a metà '900 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare i lavori artistici dei pazienti psichiatrici) che il termine 'Raw' ('grezzo') nel nome intende richiamare, come un voto a lasciare che nulla d'esterno influenzi ciò che deve uscire da dentro... Le percussioni intervengono solo e soltanto quando serve sottolineare ritmicamente un passaggio, un frangente di composizioni che suonano totalmente libere da schemi, libere di prendere qualsiasi direzione e forma, intarsiate dalle plettrate di Antonio (squisite nei loro moti dal respiro dark e shoegaze), ma per diritto materno guidate dall'ispiratissimo e toccante piano della compositrice principale Verdiana Raw, di chiara estrazione classica ma ormai andata ben oltre gli schemi della medesima, che anche nella sua sublime performance vocale applica il concetto della 'Art Brut', arrivando a proporre una gamma di voci ed espressioni timbriche difficilmente sostenibile da qualunque altra collega. Verdiana Raw sa toccare le vette evocative e d'istrionismo raggiunte da una grande musa quale Francesca Nicoli e sa essere delicata e magica come Priscilla Hernandez, appassionata come Tori Amos, intensa come la McKennitt e molto di più: con la voce recita, trasporta, appassiona, ama e lacrima, sconvolgendo l'animo di chi ascolta con un turbinio di intimi e reconditi sentimenti di un'autenticità struggente. Da questo sublime intreccio prendono forma dieci momenti d'irripetibile bellezza, un 'dolce caos' dove ogni frangente tocca nel profondo, dove l'immane pathos travolge oltre ogni resistenza, dove la delicatezza strazia il cuore sino alle lacrime... Ogni brano di questo meraviglioso esordio è un gioiello prezioso, e citarne uno piuttosto che un altro (anche se forse un diamante come "Big Eyed Dog" meriterebbe menzione) sembra quasi uno sgarbo nei confronti di un'opera magnifica nella sua avvolgente interezza, quindi ci asterremo dal farlo. Dischi così genuinamente toccanti, unici e veri fino in fondo sono ciò di cui la nostra scena deve andare orgogliosa, e i Verdiana Raw hanno tutte le carte in regola per diventare un nuovo piccolo faro nel panorama delle sonorità più dolci, appassionate, sognanti, neoclassiche, eteree ed emozionali: onore a loro e ad una meravigliosa opera prima, maestoso elogio alla 'follia di cuore ed anima'. A livello di emozioni indotte e pathos trasmesso, un disco pazzesco.
Roberto Alessandro Filippozzi