20-09-2012
SLEEP RESEARCH FACILITY
"Stealth"
(Cold Spring)
Time: CD1 (57:20); CD2 (46:08)
Rating : 7
Lavoro su commissione per lo scozzese Kevin Doherty e la sua creatura Sleep Research Facility, nome che si è creato nel tempo un solido seguito grazie a dischi che hanno saputo rinverdire la dark ambient con mirate sperimentazioni droniche. È direttamente l'etichetta Cold Spring a richiedere "Stealth", album estremamente singolare basato su delle field recordings messe a punto nell'hangar inglese di un bombardiere americano Northrop-Grumman B-2 Stealth durante un periodo di manutenzione del velivolo; le registrazioni sono poi state mixate e preparate per dar vita alle cinque tracce del dischetto. Il suono viene generato per mezzo di una multistratificazione di rumori compattati e rielaborati con riverberi bassissimi: ciò rende necessario un volume d'ascolto parecchio alto e riprodotto in cuffia o con dei diffusori potenti, per contro con un audio medio vi ritroverete a sentire poco più di un rumore fioco; ma attenzione, i toni sono talmente bassi che rischiate di sfondare sia muri che timpani. In ogni traccia i movimenti sono minimi e tutto viene basato su di un tema lineare e insistente che si dipana lento, spesso arricchito da estratti di comunicazioni radio. Le differenze tra un pezzo e l'altro sono poche, il disco è monolitico e poderoso, giocato su saliscendi tonali; solo la terza traccia si colloca su frequenze più alte, che arrivano ad una saturazione schiacciante e lesiva. Gli altri pezzi, ed in particolare il quarto movimento, sono un tuffo nell'oscurità più nera con dei suoni che riempiono al massimo l'ambiente circostante. Questa prima edizione dell'opera, limitata a 1000 esemplari, è accompagnata da un secondo CD contenente le registrazioni originali (messe a punto da Si_Comm) prima che fossero 'lavorate' e trasformate da Kevin: in pratica un viaggio nel laboratorio del compositore, che indirettamente ci mostra come ha rigenerato il materiale. Ovviamente i suoni appaiono puliti, non ci sono sovrapposizioni o stratificazioni e tutto è già fruibile anche senza il lavoro di rielaborazione. Non ci sono nemmeno interruzioni tonali e i messaggi radio vengono collocati in una traccia a parte, mentre nell'album saranno tagliati per poi essere giustapposti ai rumori. Paragonato ai titoli precedenti, "Stealth" appare più minimale, dotato - per forza di cose - di pochissime variazioni, ma capace comunque di ricavare un'atmosfera cupa da una fonte impensata; rimangono invece costanti i toni freddi e ossessivi tipici di "Deep_Frieze" e "Nostromo", mantenendo così quell'aderenza all'isolazionismo ambientale che ha dato notorietà al progetto. La resa audio magnifica e poderosa tende ad allargarsi come un'onda d'urto che metterà a dura prova il vostro udito. Consigliato principalmente a chi apprezza act come Olhon o Galerie Schallschutz, con cui vengono condivise le modalità compositive, ma i risultati sonori rendono il disco appetibile anche a chi segue la scena doom.
Michele Viali