13-08-2012
ANATOMY
"Dead Man And A Skeleton Stag"
(Autoproduzione)
Time: (40:23)
Rating : 6.5
Anatomy nasce da due menti note del panorama industriale italico: da una parte Deison, manipolatore sonoro dalla carriera ormai più che ventennale, e dall'altra dANi/ALvo, giovane rumorista e sperimentatore che abbiamo avuto modo di conoscere col progetto Testing Vault. I due strutturano un album singolare basato su tre lunghi pezzi divisi da due intermezzi più una breve chiusa, il tutto elaborato nell'arco di otto giorni in maniera improvvisata e senza alcun genere di revisione o rielaborazione sonora. I due si dividono i compiti con perizia: Deison assembla i drones, le field recordings e le linee elettroniche che vanno a costituire l'ossatura dell'opera, dANi provvede alle parole create nell'originale stile della captcha poetry, oltre a cimentarsi con strumenti quali violino e tablas (piccoli strumenti indiani a percussione), ovviamente suonati in maniera tutt'altro che ortodossa. Si crea così un effetto contrastante che sebbene veda il sopravvento delle partiture elettroniche, mette in mostra una contrapposizione tra lievi echi etno-strumentali e tonalità sintetiche. I giri in loop e l'ossessività delle strutture meccanizzate insistono nei due lunghi brani "Ghost Cocktails (Drone 11 Section A)" e "Discipline With Morphine (Drone 11 Section B)": in entrambe le occasioni l'effetto lisergico ed ipnotico viene amplificato dai temi di synth e dal violino, suonato in modo da produrre motivi lunghi e distesi tipo drones. Ossessività e mistero aleggiano in due pezzi che sono di fatto l'uno il prosieguo dell'altro, con "Discipline With Morphine" segnata da vocalizzi estremi, prima biascicati in sottofondo e poi padroni della scena, con urla lancinati filtrate elettronicamente. La lezione della seconda stagione artistica dei Coil si fa sentire nell'unione di ritmiche insistenti e squarci di oscurità, così come nel destabilizzante effetto trance. Il terzo e conclusivo brano "Embracing Elevolv (Slow Drone Aputee)" appare più lineare degli altri, basato su un tappeto di synth unitario, battiti di tablas appena percepibili e voci (presumo) pre-registrate in sovrimpressione; col passare dei minuti la massa dronica aumenta d'intensità, andando a coprire i pochi suoni e virando verso un forte monocromatismo cosmico. Come in altri momenti dell'album, anche nel primo dei due intermezzi emerge la necessità del contrasto tra elettronica ed improvvisazione strumentale, opponendo a un drone cavernoso gli strimpellii di un violino scordato; per contro, in "Life In Vam Ro" si ha un rimbombo frutto di tonalità parecchio basse e udibili esclusivamente ad alto volume. Con "Hypomania III", breve chiusa di poco più lunga degli intermezzi, si torna ad improvvisare sull'unione di percussioni semi-tribali e derive sonore cibernetiche, con base dronica ad accompagnare la fusione. "Dead Man And A Skeleton Stag" ha sia una sua anima che una sua ragion d'essere, fatto quasi strano considerando la vena singolare dell'opera, ma evidentemente i due protagonisti hanno saputo coniugare le proprie attitudini compositive mettendo in frizione input artistici diversi. Peccato per la resa audio approssimativa, con le tablas a volte coperte da altri suoni e tonalità che tendono a scomparire se non ascoltate in cuffia; anche il mastering è a tratti deficitario, con la traccia "Death In Ormav" troncata sulla sfumatura finale. Ma chiudendo un occhio sull'aspetto tecnico, ci si trova davanti un lavoro piacevole se si è avvezzi a determinate sonorità. Bella la confezione in digisleeve apribile, per un'opera limitata a 300 esemplari.
Michele Viali
http://anatomymuzik.blogspot.it/