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Room 108
30-07-2012
SURGERY
"Reset"
(Altipiani)
Time: (48:05)
Rating : 8
Mentre giornalisti e addetti ai lavori sono indaffarati a discutere sulla possibile morte dell'EBM, è meglio che invece i più onesti fan di questo genere musicale che, in modo o nell'altro, non ha mai deluso i suoi aficionados, dedichino la propria attenzione a quello che accade nella nostra capitale, dove un quintetto mostra le unghie per scavare con fervido ardore la terra del successo. I Surgery nascono a Roma a metà dello scorso decennio e debuttano nel 2007 con "L'Altra Educazione" per la Altipiani, con la quale intavolano una florida collaborazione che ancora continua. Segue due anni più tardi "Non Un Passo Indietro", e l'attenzione dei media e di artisti di alta caratura (Combichrist, ad esempio) non si fa attendere. Adesso è l'ora del terzo e perfetto full-lenght, di cui in precedenza si poteva gustare l'antipasto col mini "Enemy Domine" e il digital EP "Habitat". Uno splendido lavoro che ha il compito di lanciare definitivamente i cinque gladiatori. "Reset" è un prodotto maturo e coinvolgente, che trasuda personalità, agguerrito ed arricchito da una produzione professionale. Il songwriting conciso e criptico del vocalist Daniele Coccia e del sampler Matteo Castaldi è avvincente a tal punto da abbandonarsi completamente ai ritmi electro suadenti, conditi dalle chitarre taglienti di Dario Casadei e dal basso pulsante di Daniele Antolini, componenti dall'animo industrial-rock, per tingere il tutto di quella vena ministryiana che non ha mai di che stonare. Ecco quindi dodici tracce orecchiabili, da gustare nella loro modesta essenza, variopinte nelle emozioni. Episodi come la title-track, "Non Posso Dormire" o la combattiva "Fino All'Ultimo Respiro" farebbero urlare al miracolo anche quelle fette di pubblico più oltranzista, e sarebbe impossibile per un ascoltatore straniero non farsi sedurre dal funzionale cantato italiano. La voce di Daniele Coccia punta tutta la performance su di un carisma poetico, balzando da gorgheggi goth (struggente il pianismo di "La Ballata Dei Caduti") alle classiche sfuriate filtrate. I singoli "Habitat" ed "Enemy Domine" valgono la pena di un approfondimento con gli EP già citati, la cover "The Metro" dei Berlin svela una delle influenze della band, mentre a fine lavoro spuntano anche i nomi di Sebastian Komor e di Nachtmahr in fase di remix, col fine di coinvolgere anche i dj alla ricerca di qualche novità per far infiammare le piste. Con la speranza che anche le classifiche alternative di tutta Europa rendano giustizia a questo gioiellino, possiamo con gioia e spirito nazionalista urlare ai quattro venti che è nata una grande band italiana. Seguiteli, perché lo meritano.
Max Firinu