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Room 108
30-07-2012
SAGENHAFT
"A Long Forgotten Legend"
(Quartier23)
Time: (57:22)
Rating : 7
Su queste pagine abbiamo imparato a conoscere l'opera musicale di Gianluca Martucci attraverso le uscite a nome Urna, progetto attivo sin dal 1998, ma forse non tutti sanno che, proprio a cavallo fra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo millennio, il Nostro agiva anche sotto il monicker di Sagenhaft, col quale era dedito a sonorità più orientate verso toni medievali e fantasy. Un paio di audiocassette datate 1998 e 2001, entrambe pubblicate dall'ormai scomparsa Ordo Obscuri Domini, furono l'unico lascito artistico di questo solo-project, prima che l'oblio lo inghiottisse ed Urna prendesse il sopravvento nella progettualità sonora di Gianluca. Oggi la berlinese Quartier23, sempre attenta allo spessore artistico delle proprie proposte, si fa carico di ridare lustro ad un act che pareva ormai completamente dimenticato, riproponendo su CD la seconda cassetta "Lapideus Liber" (all'epoca edita in soli 250 esemplari) assieme a materiale raro ed inedito. Il dischetto, fornito di una gradevole confezione in cartoncino apribile, si apre con "The Book", song recuperata dal quarto volume della compilation "Intimations Of Immortality" (Energeia, 1999) e completa di parti vocali (il canto di Antonella e lo spoken word di Sergio), laddove di norma l'opera di Sagenhaft si presentava in forma esclusivamente strumentale. Le successive quattro tracce sono altrettanti inediti, fra motivi imperiosi e solenni, dolci aperture tipicamente medievali e miti melodie di grande pathos (la bella "She Sleeps Under Green Waters"): tutto perfettamente in linea con le due cassette di cui sopra, essendo i brani risalenti al biennio 1998/1999. Chiudono i cinque episodi che componevano la cassetta "Lapideus Liber", fra meste fascinazioni ("Scire"), solenni melodie ("Potere") e sontuose impennate dai toni accesi ("Tacere"), per un suono che, pur rimanendo sempre aderente ai dettami delle sonorità medieval/fantasy senza mai travalicarne i confini, sapeva e sa ancora affascinare col suo respiro antico, nonostante una resa sonora non esattamente ottimale. Una buona opportunità per recuperare un pezzo importante della storia artistica di Gianluca, nonché una succulenta occasione di aggiungere alla propria collezione un tassello sicuramente gradito per quelli che già seppero apprezzare all'epoca.
Roberto Alessandro Filippozzi
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