17-07-2012
TRIARII
"Exile"
(Eternal Soul Records)
Time: (30:02)
Rating : 8
Giungiamo con un certo ritardo su questo mini-album dell'apprezzato e celebrato solo-project berlinese, ma è con piacere che ci soffermiamo nuovamente sull'operato di uno dei nomi più importanti fuoriusciti dal calderone marziale del terzo millennio. "Muse In Arms", terzo album datato 2008, era stato accolto dai più come la definitiva consacrazione per Christian Erdmann, proiettando Triarii nell'Olimpo delle sonorità sinfonico/marziali; chiaro che, partendo da simili premesse, le aspettative nei confronti del Nostro siano divenute altissime, con tutto quel che ne consegue. Ma non siamo di fronte all'atteso quarto album, bensì ad un mini, verosimilmente rilasciato per colmare un'attesa che rischiava di divenire spasmodica, visto l'impatto dell'act tedesco nella scena d'appartenenza. Non che ciò giustifichi un qualche calo delle aspettative, ma viceversa va apprezzata la volontà dell'artista di colmare il vuoto che separa dal prossimo lavoro di lunga durata con ben sette tracce completamente nuove, anziché rimestare nel torbido con versioni alternative, estratti live o tracce demo di dubbia qualità. È quindi con piacere che accogliamo questa nuova mezz'ora di musica da parte di Erdmann, il quale magari avrà messo a punto qualche brano rimasto fuori dalle fatiche precedenti, ma che senza dubbio è riuscito nell'impresa di tenere alta la qualità della sua ottima proposta, senza inficiare la propria discografia con un'uscita di scarsa rilevanza. Il possente fragore sinfonico/marziale permea sia l'iniziale "Monstranz" che l'intensa "Emperor Of The Sun", quest'ultima completata dallo stile vocale austero e rigido di Christian, e già da più parti affiancata per somiglianza alla splendida "Europa" (dal succitato "Muse In Arms"); il tenore è sempre alto, anche quando la forza d'urto belligerante cede il passo ad orchestrazioni più drammatiche (la title-track e la conclusiva, toccante "Solemn Vigil"), e piacciono anche i contrasti tra la musicalità fiabesca e la base severa di "Iron Fields", così come le melodie più ariose e meno tese di "Heimkehr", anche se il picco del dischetto è senza dubbio rappresentato dall'imperiosa "Stadt Der Jugend", fra i pezzi più potenti mai forgiati dal Nostro. La fatidica produzione possente e nitida, vero marchio di fabbrica cui Triarii ci ha piacevolmente abituati, permette ancora una volta di godere della qualità dei suoni, degli impeccabili arrangiamenti e dell'abilità nell'incastonare quei pochi, azzeccatissimi samples che arricchiscono il piatto con stile. Inutile dire che, aspettando la prossima fatica sulla lunga distanza, i fans del progetto non rimarranno delusi da "Exile". Ottima la confezione digifile a sei pannelli, per un'uscita limitata a 2000 esemplari.
Roberto Alessandro Filippozzi