17-07-2012
ORDEAL BY FIRE
"All Is Lost"
(Innermost Phobia)
Time: (49:26)
Rating : 7.5
Sono trascorsi otto lunghi anni dal debutto "Untold Passions" e, nostro malgrado, è venuta l'ora per l'orgoglio torinese Ordeal By Fire di intonare il canto del cigno. Dall'uscita del loro folgorante debutto per l'austriaca Strobelight, il quartetto di Michele Piccolo, ex-leader degli altrettanto importanti Burning Gates, ha solcato palchi italiani e tedeschi, guadagnandosi l'attenzione dei critici e dei fans più accaniti di quel grande e puro goth-rock in chiave classica, intriso di influenze Fields Of The Nephilim e Love Like Blood. Ai tempi non era difficile, infatti, trovare anche sulle riviste germaniche del calibro di Orkus, Zillo o Sonic Seducer recensioni esaltanti e articoli a più pagine. Gli Ordeal By Fire sono stati una realtà solida, riconosciuta e rispettata, anche dallo splendido mini album di debutto "Roots And The Dust", autoprodotto e datato 2003. Il titolo di questo nuovo "All Is Lost" non lascia nulla all'immaginazione, e segna così l'essenza epitaffica della release. Dopo anni di stallo, cambi di formazione e procrastinate registrazioni, il duo piemontese completato da Riccardo Perugini ha scelto di dire addio alle scene sì con un ultimo album, ma in piena ispirazione artistica, come ci ha sempre abituati per ogni uscita. "All Is Lost" è tutt'altro che un lavoro testamentario. L'energia e la passione sono le stesse dei precedenti lavori, la produzione sempre conscia del loro talento musicale e i brani sfolgoranti come stelle cadenti. È davvero un peccato pensare che gli Ordeal By Fire non proseguiranno il loro cammino, ma questo ultimo lavoro è ben più che consolatorio. Il modo migliore per rivendicare il loro grande contributo al rock oscuro dal primo momento che sono saliti sul palco, quasi dieci anni addietro. Folgoranti esempi di caparbietà con la splendida "Killing Hands", classiche opener sprizzanti come "Changing Of The Wind", singoli seducenti e graffianti (la splendida e contagiosa "Joined Hands", cadenzata e anthemica). C'è anche spazio per un'interessante e singolare versione di "Give Me It" dei Cure, ma tanto altro ancora, per una cinquantina di minuti di musica che scorre come un fiume in piena ed elettrizza. Inevitabile la malinconia a fine lavoro con "Corrosion", dagli sprazzi post/punk, altra influenza dichiarata del gruppo. Essendo anche questo nuovo lavoro autoprodotto, è logico un invito a supportare il gruppo nel loro ultimo passo. Sarebbe il modo migliore per rendere giustizia a Michele Piccolo e Riccardo Perugini, nelle cui vene è sempre ha sempre continuato a scorrere la più genuina passione per il goth e la professionalità artistica. E soprattutto, per chi possiede i precedenti lavori, chiudere un passaggio importante della scena italiana degli anni 2000. Mentre si spera comunque in un prosieguo, magari sotto nuove vesti, è d'obbligo lasciare questo disco nel lettore per molto tempo a venire.
Max Firinu
http://www.facebook.com/ordealbyfire