13-06-2012
HELDENTOD
"The Ghost Machine"
(Cold Spring)
Time: (44:55)
Rating : 7
Dopo tre album autoprodotti in CDr, il progetto americano Heldentod giunge finalmente al suo debutto su CD grazie all'interessamento della label inglese Cold Spring. "The Ghost Machine" si presenta con le classiche coordinate industrial segnate da una netta tendenza al nero, senza dubbio qualche pezzo rimanda alla più o meno sepolta falange death-industrial con quegli andamenti lenti e cupi, strutturati su sonorità uditivamente violente e più rudi rispetto a quelle tipiche della dark ambient. Il disco presenta in più occasioni basi lineari e rumoristiche a cui vengono aggiunti spoken word di voci filtrate e distorte: ne sono esempio la title-track, che col passare dei minuti aggiunge rasoiate abrasive in stile power-electro, ma anche "In The Company Of Pure Cold Wind", "The Sentient Darkness", "Betrayal" e "Kindermörderin", tutti pezzi che sembrano rifarsi alle soluzioni più ritualistiche e macabre dei Genocide Organ o di Anenzephalia, divise tra oscurità e aberrazioni uditive. Più elaborate e con basi multistratificate sono "Incorruptible" e "Revenant": la prima presenta anche temi analogici e l'immancabile spoken cacofonico, l'altra gode di una struttura decisamente possente se paragonata agli altri brani, quasi a voler dare voce ad un'imminente apocalisse tra ululati metallici e sommovimenti audio-tellurici. Il brano migliore, capace di staccare dal resto del disco, è "Encystment Process", costruito su un giro ritmico ossessivo e funerario a cui vengono aggiunti un po' tutti gli ingredienti degli altri pezzi: dalle sferzate abrasive alle voci (stavolta filtrate, angeliche e sussurrate). Stilisticamente compatto e uniforme, "The Ghost Machine" farà la felicità dei seguaci del death-industrial e, più in generale, di chi ama progetti come Brighter Death Now e Anenzephalia. Una buona scoperta di cui sentiremo ancora parlare!
Michele Viali