03-06-2012
KREUZWEG OST
"Gott Mit Uns"
(Cold Spring)
Time: (66:54)
Rating : 8
Definire discontinua la carriera di questo combo austriaco, nato ad inizio del nuovo millennio per mano di Michael Gregor e di Martin Schirenc (leader dei truci extreme-metallers Pungent Stench), suona quasi come un eufemismo, giacché i Nostri giungono al terzo album dopo un esordio datato 2000 ("Iron Avantgarde") ed un follow-up risalente al 2005 ("Elderost"). Oggi i Kreuzweg Ost sono un terzetto in cui il fondatore Gregor lavora fianco a fianco a quel Ronald Albrecht che sostituì Schirenc dopo l'uscita di "Iron Avantgarde" (raffazzonato e discutibile esordio che mescolava confusamente marcette militari, motivetti d'epoca, campionamenti d'ogni tipo, deflagrazioni belliche, samples vocali strampalati e tappeti sonori industrialoidi di bassa lega) e ad Oliver Stummer, e se la discografia del gruppo è così ridotta lo si deve ai numerosi impegni dello stesso Michael, che negli anni ha realizzato una nutrita serie di lavori con svariati progetti quali Abigor, Amestigon, Die Verbannten Kinder Evas, Pazuzu e Summoning, cimentandosi tanto col metal estremo quanto con sonorità più attinenti al mondo dark. Se con "Elderost" si cominciavano a gettare le basi di un suono più curato, determinato a creare precise atmosfere e cinematografico, con la nuova fatica i Kreuzweg Ost conseguono l'attesa maturazione, portando il proprio concept sonoro ad un livello nettamente superiore, a partire da una produzione in grado di far risaltare le grandi peculiarità di ogni brano. Il vero salto di qualità gli austriaci lo compiono puntando sulla forza delle melodie, pregnanti, prive di fronzoli e sempre dominanti all'interno di canzoni più snelle e capaci di cogliere pienamente nel segno. Lo si evince da subito con "Exitus In Paradisum", dove un tema epico svetta sul fine manto industrialoide; i nuovi Kreuzweg Ost sono decisamente più battaglieri, come nella minacciosa "Calvaria", ma sanno anche convogliare il pathos verso sentimenti diversi, come in "Stammen", dove i samples vocali sono femminili, il piano dolente e l'intreccio sonoro davvero magnetico. Alla band non serve più buttare nel calderone un mucchio di cose: bastano le percussioni severe e l'organo quanto mai penetrante di "Heiliger Gehorsam" per creare ambienti sonori avvolgenti ed efficaci, segno di una rinnovata consapevolezza dei propri mezzi esecutivi e di scrittura, ma anche di assemblaggio dei samples, e specialmente di quelli vocali (indispensabili per quel quid cinematico che fa da sfondo ai temi guerreschi e religiosi tanto cari al trio). "Thy Will Be Done" è una ulteriore svolta nell'opera: la melodia orientale che danza sulle abrasioni industriali cede il passo ad una marzialità possente, solenne e trionfale, che ritroviamo anche nelle seguenti "Black Moon" (aperta da colpi belligeranti e da una base sinfonica tremendamente scura), "Geh Mit Gott" (sontuosamente pomposa) e nell'inquietante e minacciosa "Feuertaufe", prima che le spettrali melodie della breve "Geistige Emigration" facciano calare definitivamente il sipario. Con "Dio dalla loro parte" i Kreuzweg Ost non ridisegnano i confini del settore, ma giocano comunque una mano pesante, grazie ad una maturazione decisiva che ha portato il loro songwriting a livelli d'efficacia importanti: sarà un piacere attenderne i passi successivi, apprezzando nel mentre questa eccellente nuova fatica.
Roberto Alessandro Filippozzi
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