03-06-2012
COUCOU, SÈLAVEY
"Rien Ne Va Plus: Differita Giocar"
(Autoproduzione)
Time: (56:10)
Rating : 7
Non è ben chiaro se si tratti più di velo di segretezza che di voluto mistero artistico, ma sta di fatto che questo progetto a nome Coucou, Sèlavey (ben visibile il gioco metrico a richiamare un'esclamazione francese) ha ben chiaro come fine unico la netta vena dadaista dello stupire l'ascoltatore. Confezionato in un inlay totalmente bianco, contenente sì gli splendidi testi e qualche foto tutt'altro che esaustiva sulla line-up, questo disco autoprodotto è una completa opera di musica da camera, discretamente registrata, omogenea nonostante il suo estremo strutturalismo (33 le tracce, per un'ora scarsa di musica) ed eseguita con personalità. Forse un duo, forse un singolo polistrumentista, ma senza dubbio l'avventura di "Rien Ne Va Plus: Differita Giocar" affonda le radici nel teatro italiano ottocentesco, con particolare ispirazione dalla commedia napoletana, che fa ipotizzare l'origine mediterranea dell'act. L'attore/autore, volutamente senza nome, richiama a sé l'attenzione per tre brevi atti, durante i quali un caleidoscopio di emozioni (i colori giusti con cui dipingere la copertina) va ad intrecciarsi con una recita sonora e letteraria. Una drammaturgia sinfonica, come inchiostro sciorinato sulla tela, dove l'ascoltatore è in grado di modellarlo a suo piacimento, pur senza toccarlo e affidandosi solo all'immaginazione. Pianismi raffinati e mazurke, art-pop e neoclassicismo erudito, da non confondere con la superficialità radiofonica, nonostante il potere di incantare; "Winter And Branches In Waltz" richiama le influenze di Strauss, "Libertà" potrebbe far innamorare gli ascoltatori fedeli di Ludovico Einaudi e "Orrore" mette in chiara luce la drammaticità del lato più tragico di quest'opera, che va ad abbracciare culture variegate, dal teatro greco al flamenco spagnolo. Magnifica, però, "Si Comincia Con L'Evocare I Morti", chiaro tributo alle colonne sonore che ci hanno più commosso (Sakamoto su tutti). Decisamente complesso estrapolare momenti salienti da un lavoro così corposo, da gustare tutto d'un fiato e catalogare come esperienza artistica unica in sé. Nonostante l'appassionata scelta dell'autoproduzione, è anche possibile dare qualche consiglio a un progetto che ha firmato il primo capitolo della sua carriera. L'appoggio e la collaborazione di etichette come Prikosnovénie o Project sembrerebbero l'ideale per togliere di dosso un po' di insicurezza e ingenuità sonora. Aggiungere al calderone di influenze e di generi anche quel pizzico di seduzione, tanto da far urlare al miracolo, è cosa non impossibile, se Coucou, Sèlavey presenterà un salto di qualità. Per il momento, il nostro sottobosco ha dimostrato ancora una volta di amare e concepire l'Arte come un dono vitale, e quest'insolita release ne è l'ennesimo contributo. Se in un futuro il loro nome sarà alla ribalta, tanto vale vivere da protagonisti la loro ascesa e non negarsi quest'album: potrebbe diventare una pietra miliare intrisa di horror vacui.
Max Firinu