03-06-2012
METHOD AD/HD
"Cure Risk"
(Autoproduzione)
Time: (59:37)
Rating : 6
Method Ad/Hd è un duo nato nel 2010 e pilotato dai non meglio definiti H1 ed N1, uno proveniente da Rimini e l'altro - già noto per l'act industriale M.E.M. - da San Marino. Il sound del progetto è testualmente finalizzato "all'esplorazione audio/psichica in stati ricettivi". Quel che balza immediatamente all'attenzione è la presenza nel nome della sigla Ad/Hd, che indica la sindrome da deficit di attenzione e iperattività; non a caso la prima parte del disco (sottotitolata "Therapy") è intesa come terapia per tale disturbo. La seconda parte ("Intoxication") illustra invece l'intossicazione e la conseguente distruzione della personalità, causata dal farmaco preposto alla cura. Nessun problema, quindi, a capire il titolo "Cure Risk", per un album fortemente incentrato sui limiti della psiche umana e sui trattamenti medici ad essa connessi, con tutti gli eventuali squilibri che si manifestano attraverso incubi reali e tangibile follia. Il concept ricorda in parte quello di Time Machines, il curioso side-project dei Coil che spiegava coi suoni gli effetti mentali collaterali di alcuni farmaci, ma qui si va oltre, nel tentativo di disegnare un percorso che, dalla malattia, sfocia nella pazzia e nella distruzione psichica indotta per via chimica. Per descrivere tale processo i Nostri si armano di synth e software, mettendo in piedi una costruzione che da un industrial ricco di citazioni retrò passa agevolmente ad un noise puntellato da andamenti para-ritmici. La prima metà del CD ha connotazioni più calme, ambientazioni da limbo mentale con rimbombi catatonici e fluttuazioni comatose; la vita sembra essere sospesa ad un filo e contornata da oggetti e macchinari, ben esemplificati da sonorità metalliche e stridenti. Nel complesso, svettano gli inserimenti vocali di "Eccentric Personality Disorder": un trionfo di latrati e strepiti umani emessi da un pazzo allo stadio terminale, il tutto mischiato con soluzioni che ricordano l'industrial-noise di certi progetti della prima Ant-Zen. La seconda metà dell'opera lascia giustamente più spazio al rumore, con pezzi meno controllati che aprono le porte al delirio tra declamazioni oscure, abrasioni sintetiche e ammassi di materia ferrosa dall'andamento circolare. Il tutto non appare così distante da nomi come Hypnoskull o Converter, salvo per una minore nitidezza dei suoni. Senza dubbio il concept è affascinante e il disco viene articolato con una certa perizia a livello macrostrutturale, inoltre - come da avviso - si è volutamente distanti dalla "audio-schiavitù preimpostata". D'altro canto, scendendo nel particolare, non sempre tutto funziona e alla lunga si fatica a districarsi nel marasma sonico, che alterna momenti ben collaudati (vedi la suddetta "Eccentric Personality Disorder" e la successiva "Policy Lobotomy") ad altri meno rodati. In definitiva, un lavoro con spunti interessanti e dettagli ancora da approfondire. Indicato ai seguaci del rumorismo industriale.
Michele Viali
http://www.myspace.com/methodadhd