10-04-2012
THE GREEN MAN
"Musick Without Tears"
(HR!SPQR)
Time: (59:37)
Rating : 7.5
Se le ultime uscite su compilation dei Green Man potevano far pensare ad una svolta in senso folklorico-locale, questo nuovo lavoro ci conferma invece la volontà di proseguire sulla strada già tracciata col precedente album, ovvero uno psych-folk dai toni mistico-rituali che trova le sue fondamenta in personaggi storici dai connotati magici e misteriosi. Di fatto i Nostri passano dalla figura di Cristo, vista dalla prospettiva dei Vangeli Gnostici in "The Teacher And The Man Of Lie", al più oscuro Aleister Crowley, perno del nuovo "Musick Without Tears". Nel disco vengono ripercorsi in maniera non cronologica vari momenti dell'avventurosa vita del Magus inglese, insistendo più sui fatti reali che sulle tematiche magico-alchemiche, quasi a volerne strutturare una biografia in musica con tanto di nomi, date e luoghi. Dal punto di vista prettamente sonoro si guarda al tradizionale folk psichedelico britannico degli anni '70, ma in alcuni frangenti (come nella meravigliosa "In The Desert Chaos Loved Me With A Knife") non sembra che il duo sia così distante dai Doors più lisergici. L'andamento viene variato spesso da tonalità che danno una precisa connotazione geografica e temporale: si veda ad esempio il sitar nell'emozionante "Blind Is Blindness", che descrive la fallita scalata del Kharakorum nel 1902, o la tromba con echi blues per una fumosa e gaudente Parigi in "Chat Blanc", o ancora la solare "Cefalù", che dietro l'allegria da comune hippie siciliana nasconde l'arcana morte di Loveday. Rispetto al disco precedente diminuisce la presenza di synth e percussioni, per lasciare il palco a chitarre acustiche ed elettriche usate in modo da fornire sfumature diverse per ogni traccia. La voce di Eliahu Giudice, a metà tra il recitato e il cantato, garantisce il giusto pathos per testi necessariamente da seguire. Tanti gli artisti coinvolti, tra questi un Patrick Leagas in grande spolvero nelle vesti di vocalist in "Blind Is Blindness", ma vale la pena ricordare almeno Gianluca Becuzzi, Geneviève Pasquier e Nicholas Tesluk dei Changes. Il CD è dedicato alla memoria di Kenneth Grant, discepolo crowleyano iniziato dal Magus nei suoi ultimi anni di vita e uno dei maggiori divulgatori dell'opera thelemica. Di Grant è anche il testo del brano conclusivo "Tetelesthai", il cui titolo cristologico viene accostato in maniera inquietante alla morte del Magus. Molto curata sia la confezione in digipak con libretto allegato che l'artwork caratterizzato da donne scarlatte, minzioni mestruali e simbolismi di sorta. Un album estremamente raffinato con un paio di brani dall'impatto immediato, ma se non si conosce Crowley si rischia di non capire l'essenza dell'opera, nonché le sue finalità.
Michele Viali
http://www.thegreenmanband.com/