Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 104

10-04-2012

HOARFROST

"Puppets Of The Divine Coroner"

Cover HOARFROST

(Zoharum)

Time: (46:46)

Rating : 6

Un titolo ironico e allusivo accompagna il nuovo lavoro di Hoarfrost, giovane e interessante progetto polacco giunto al suo terzo album di lunga durata. I 'pupazzi' ("Puppets") a cui si riferisce il titolo rappresentano il genere umano al suo stadio attuale, intento a modificare il mondo in base alle proprie necessità, ma al tempo stesso artefice anche di una grande trappola dentro cui è rimasto imprigionato. Il disco è in effetti una speculazione filosofico-musicale sulla figura dell'uomo contemporaneo, sulle sue apparenti sicurezze che lo hanno spinto a costruirsi una prigione con le proprie mani, sui suoi limiti e su un'ira divina che sembra essere sul punto di scatenarsi. Il tema è ambizioso e viene sviluppato con modalità ambient/industrial, con esiti assai vicini a quelli di una moderna colonna sonora. Ci si basa soprattutto sull'uso di rumori ad effetto, con assenza totale sia di melodie che di tappeti sintetici: da qui viene sviluppata un'atmosfera lugubre, senza fare eccessivo riferimento ai cliché dark ambient, al fine di commentare con suoni evocativi la condizione psico-fisica dell'uomo moderna. Il concept inizia e finisce con allusioni alla punizione divina ("Homo Sacer" e "Dies Irae"), svelando la non troppo nascosta opinione degli autori. I due brani in questione hanno una struttura diversa dagli altri: sono una sorta di preghiere cantate, o nenie salmodianti che sembrano provenire dalla notte dei tempi, poste a recinzione di una realtà tutta umana chiusa nei suoi rumori meccanici e ossessivi, evidente preludio alla morte. L'album si chiude con un trascurabile videoclip, messo a punto con mezzi amatoriali e assolutamente non all'altezza del resto dell'album. Le immagini, girate per lo più in piano sequenza, vengono accompagnate dal sonoro della traccia "Prisoner Of The Present Time", con chiari intenti onirico-lynchani ma con esiti al limite del ridicolo. "Puppets Of The Divine Coroner" è un'opera ambiziosa che andrebbe premiata almeno per i suoi presupposti: lo stile rumoristico-ambientale da soundtrack non è di facile assimilazione se preso singolarmente, ma può essere utilizzato ottimamente come sottofondo per video e immagini.

Michele Viali

 

http://hoarfrost.darknation.eu/

http://zoharum.com/