10-04-2012
LAETITIA IN HOLOCAUST
"Rotten Light"
(Autoproduzione)
Time: (42:33)
Rating : 6.5
I musicisti emiliani, refrattari ad ogni forma di omologazione, proseguono coerentemente lungo le coordinate tracciate con le precedenti uscite. Accostabile al black metal, almeno per feeling ed intensità esecutiva, l'identità dei Nostri si tinge di sfumature estremamente eterogenee che guardano alla new/dark-wave e alla dark ambient. Questo, dunque, lo scenario musicale affrescato dai Laetitia In Holocaust, animati da una scelta stilistica quantomeno singolare dove è bandita, quasi totalmente, la distorsione elettrica. "Rotten Light", secondo album ufficiale del duo, è il risultato di una ricerca sonora ardita, sicuramente personale, ma non del tutto compiuta. È doveroso segnalare, però, un deciso passo in avanti rispetto alla precedente uscita, "The Tortoise Boat", dove l'approccio compositivo del gruppo, all'epoca ben più ingenuo ed acerbo, si manifestava in un intreccio sonoro disarticolato e poco coeso che intaccava irrimediabilmente l'avanguardismo sonoro della band. L'ingenuità del primo lavoro ha lasciato spazio ad una ricerca sonora meglio organizzata, anche se permangono alcune zone d'ombra che impediscono al nuovo album di decollare. Una lunga apertura, cupa e disturbante, apre "Dialogue With The Sun (White Lions Rising)", contrassegnata dall'incedere ossessivo ed incalzante della sezione ritmica, sulle cui trame si stagliano le linee di chitarra, liquide ed ipnotiche. Il brano, che sfiora i dieci minuti di durata, si chiude con una sezione alienante, per poi lasciar spazio a "Black Ashen Aurora", traccia più violenta ed aggressiva che si lascia apprezzare per il guitar-work. Atmosfere più eteree permeano "Le Perdu De Novembre", mentre una vena oscura ed intimista attraversa "Sulla Soglia Dell'Eternità", episodio semplice ed essenziale ma estremamente evocativo, probabilmente il migliore del lotto. Si assestano su discreti livelli anche "Sons Of Ice" e "The Inaccessible Door", due tracce che, come la precedente, prediligono trame meno complesse ma meglio strutturate, a conferma delle buone potenzialità dei Laetitia In Holocaust se calate in contesti più scarni e diretti. Questa, dunque, potrebbe essere la direzione ideale da seguire per le prossime uscite del duo modenese. Siamo ancora lontani dalla piena maturità, ma un passo in avanti è stato fatto. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi.
Paolo Sola
http://www.myspace.com/laetitiainholocaust