23-03-2012
PUANTEUR DE CHARNIER
"Das Manifest Von Drei-Ähren"
(Autoproduzione)
Time: (39:20)
Rating : 4
Viene dalla Francia questo singolare progetto 'fatto in casa', rappresentante - se vogliamo - delle ultime astruse frontiere della scena guerresca. Sebbene passato in sordina, vuoi anche per le esigue tirature, Puanteur De Charnier ha all'attivo ben sei album, quinto dei quali è questo "Das Manifest Von Drei-Ähren". Ciò che balza all'attenzione davanti a dischi di tal fatta è che dai tempi di Der Blutharsch e "The Wall Of Sacrifice" c'è stata una significativa involuzione del genere, tanto che da certi maestosi lavori sembra essere stato preso solo l'involucro, ed in particolare la pletora di riferimenti estremisti. Per cui, al di là di tutti gli ammenicoli scomodi messi ben in vista (dai simboli ai motti, fino ai riferimenti storici piazzati a caso), il Nostro compositore d'oltralpe non propone nulla di convincente e appassionante. L'album risente tantissimo di un substrato electro-dance: le basi dei pezzi sono infatti ricalcate su materiale da dancefloor, spesso rafforzato con tonalità memori delle marcette militari. Tale peculiarità sfocia, in qualche caso, in soluzioni minimal-synth ("Lotharingia", "Der Neue Fuhrer Ist Lothringer") che si inseriscono bene nel grande revival anni '80 che ha colpito l'underground oscuro degli ultimi anni. Oltre a ciò rimangono solo declamazioni da comizio anni '30, campionamenti di folla in delirio e qualche raffazzonata base orchestrale che fa capolino qua e là per dare colore e riempire spazi. L'effetto lo-fi caro ai padri del genere lascia il posto a ritmiche nitide, mentre sul piano tematico emerge un curioso ponte temporale tra Lotaringia e terzo Reich. Le tracce (ben 20) di norma non superano il minuto e mezzo, e si risolvono in accenni sonori privi di sviluppo, segno che il Nostro deve ancora lavorare duro per concepire un brano vero e proprio; raramente si arriva a strutture compiute, come nel caso di "Volksdeutscher", che sintetizza l'essenza (poca, a dire il vero) del progetto e le caratteristiche dell'album. Maneggiare certe tematiche comporta sempre il rischio di scadere nel ridicolo, e Puanteur De Charnier casca puntualmente nella trappola, causa anche un accostamento azzardato tra suoni di synth e argomenti scottanti: il contrasto grottesco tra una musica approssimativa e argomenti fieri e scorretti porta dritti ad una risata. Fatti i dovuti distinguo, le somiglianze maggiori sono riscontrabili con progetti tipo Wappenbund e Von Thronstahl (quest'ultimo anche per ragioni iconografiche), che hanno azzardato in passato accostamenti tra ritmiche militari e soluzioni electro. Sebbene il supporto sia il CDr, è comunque assai curata la confezione in box di legno assemblato a mano. Ovviamente pochissime le copie in circolazione, se volete togliervi la curiosità provate a recuperarne una...
Michele Viali
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