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Room 109

23-10-2011

TROJAN HORSE ROTORVATOR

"The Shining"

Cover TROJAN HORSE ROTORVATOR

(Autoproduzione)

Time: (16:51)

Rating : 7

Trojan Horse Rotorvator è il progetto musicale di Art H.C. Kleimann, proveniente da Bologna e recentemente stabilitosi a Berlino. Come già il nome può suggerire, al di là dell'accezione informatica riguardante uno dei più pericolosi virus esistenti, le fondamenta dalle quali trae spunto il suono dell'EP in esame sono da ricercarsi in quel capolavoro di glaciale alienazione che risponde al nome di "Horse Rotorvator", celebre album dei Coil risalente ad ormai 25 anni or sono. Le coordinate sonore di THR risalgono infatti alla prima epoca digitale, quella dei già citati Coil, dei più genuini Nine Inch Nails e della successiva ondata di band quali Project Pitchfork e Skinny Puppy. Ma non solo: attitudine e semplicità grunge/punk si fondono con elementi tipici di musiche da film e digressioni noise. Definirlo industrial, cyberpunk o electro-funk sarebbe comunque riduttivo, perché la singolarità della proposta di Kleimann va comunque riconosciuta, non abbraccia spudoratamente dei modelli precostituiti e utilizza parti vocali molto versatili. Quattro brani abrasivi ed essenziali, con un sound che ricalca nel bene e nel male le prestazioni dei vecchi synth anni '90, semplici ed evocativi ma alle volte eccessivamente scarni. Melodie, samples e divagazioni rumoristiche procedono dall'inizio al termine dei brani immergendo in un loop malato l'ascoltatore, che però rischia di rimanere coinvolto a metà: proprio nell'attimo in cui ci si aspetterebbero cambi di tonalità o un incedere prepotente di bassi che facciano gravitare l'atmosfera in una nuova prospettiva, ciò non avviene e un'implosione interna riporta con i piedi per terra. Ad un ascolto superficiale il disco potrebbe piacere parecchio, ma è proprio nel momento in cui si vanno a sviscerarne i dettagli che emergono i limiti, riguardanti soprattutto la produzione in generale e le parti vocali in particolare, che per quanto versatili ed elastiche sembrano poco curate. L'atmosfera accattivante ed inquietante di "The Shining", simbolo della decadenza della società post-industriale e dell'implosione su sé stessa del progresso e della tecnologia, si apre con "Megalofactories", brano dal primitivo piglio punk che scatena selvaggiamente i corpi come in alcuni episodi dei Prodigy. La seguente "Inside The Rotorvator" ricorda il Reznor degli esordi, istintivo ed aggressivo, e colpisce dritto in faccia con un refrain ben riuscito. "Room 101" abbassa un po' i toni, prepara l'attesa con un cantato languido e un intrigante mid-tempo a base di synth, ma stenta a decollare. La conclusiva "The Limbo Damnation" disegna uno scenario apocalittico, con melodie che ricordano il tema di Blade Runner. Tutto sommato un buon lavoro, che va a confermare le qualità di Kleimann dopo il precedente EP "Silk Sour Side"; ci sono comunque angoli da smussare ed un pizzico di professionalità da acquisire per l'atteso debutto sulla lunga durata.

Silvio Oreste

 

http://www.myspace.com/trhoro