11-06-2011
FALSE MIRROR
"Derelict World"
(Malignant Records)
Time: (73:58)
Rating : 8.5
Ci sono voluti più di tre anni di intenso lavoro a Tobias Hornberger, la mente che sta dietro al progetto tedesco False Mirror, per dare un degno seguito al pur ottimo "North". È così che, dopo una intensa ricerca di droni elettronici e campionamenti presi dalle più disparate fonti, compresi strumenti acustici, sintetizzatori e field recordings, e dopo la creazione di appositi software musicali, esce "Derelict World", il nuovo (capo)lavoro di False Mirror. Da sempre la sua proposta musicale nasce dal contrasto fra la forza e il fascino sublime, in senso romantico, della natura, e la miseria della deriva industriale del mondo moderno. Mentre in "North" era la maestosità e la forza immobile dei ghiacciai ad ispirare l'opera, in "Derelict World" l'autore sembra voler esplorare le distese del deserto, con la sua vita brulicante e invisibile ed i suoi processi lenti ma inesorabili. Ghiaccio e deserto, pur essendo agli opposti, rappresentano probabilmente, nella mente di Tobias, i due stati d'animo in cui si trova imprigionato l'uomo moderno di fronte alla meccanicità dell'industria, mostro antropico da lui stesso creato. Ma se il ghiaccio è immobilità e la vita in esso non scorre ma è semplicemente ferma, fossilizzata in attesa di un domani migliore, il deserto rappresenta una speranza di reazione, con la sua vita nascosta sotto l'apparente staticità. Un atteggiamento guardingo, di studio e di lenta azione, una via di cambiamento sottile rispetto alla devastante piattezza della società industriale. Tutto questo si riflette nella musica di Tobias. Ora è difficile spiegare il motivo per cui i dischi di False Mirror colpiscono più di altri lavori dello stesso genere. Questa è dark ambient profonda e complessa, intelligente e ricercata. Sarà forse la varietà delle sorgenti sonore, o quegli elementi di musica concreta e di isolazionismo, fatto sta che anche "Derelict World" colpisce nel segno. Non c'è solo rumore, e questo lo dimostrano bene le atmosfere di brani come "Aftermath", "Costant Descent" o "Uncertain Shelter". Ma è nella conclusiva, monumentale "The Sea Of Oblivion" che Tobias da il massimo, fra bellissimi drones, momenti di puro isolazionismo, trattamenti noise ed elettronica harsh, riconfermando False Mirror come il progetto più intellettuale e sperimentale sulla scena dark ambient. È la degna chiusura di uno dei migliori dischi di questo genere degli ultimi tempi ("Derelict World" è uscito sul finire dello scorso anno), imperdibile per gli amanti dell'ambient più oscura e introspettiva.
Ferruccio Filippi
http://www.malignantrecords.com/