11-06-2011
VRESNIT
"Seed Solar"
(Vetvei/Aquarellist)
Time: (52:32)
Rating : 8
Come già accennato in una precedente recensione, Vresnit è il progetto musicale di Sergey Ilchuk, titolare della ricercata e superlativa etichetta russa Vetvei, coadiuvata dalla connazionale Aquarellist (altra label estremamente interessante, con un catalogo che vanta anche nomi quali Muslimgauze, Bardoseneticcube, Hybryds e Rapoon) per questa produzione, limitata a 484 copie numerate a mano e, come di consueto, racchiusa in una pregiata confezione apribile. Tenendo presente che l'opera in esame risale alla fine dello scorso anno, e che nel frattempo Vresnit ha presenziato su altri due split a più act, fra uscite soliste o in compagnia di altri talentuosi e misteriosi progetti del blocco ex-sovietico il Nostro è giunto a quota dieci release, e questo in meno di tre anni: una vera e propria iperproduttività, fortunatamente supportata da solide basi compositive, concettuali e qualitative. Supportato nei nove mesi di gestazione dell'opera dai colleghi e label-mates di Kshatriy, Hladna e Neznamo, Sergey è riuscito a convogliare il meglio della sua indiscussa ispirazione nelle quattro tracce che compongono questa sua fatica sulla lunga distanza, forte di un'esperienza maturata in fretta che ben si coniuga ad un raro gusto compositivo. La peculiarità dei brani di "Seed Solar" sta nel riuscire a catturare al meglio determinate atmosfere e nel metterle sagacemente in contrasto, curando in maniera certosina la fase di passaggio con arrangiamenti di gran pregio, ben sottolineati da suoni eccellenti. Field recordings naturalistiche aprono "Preobrazhenie" con grazia, ma il piacevole cinguettio mattutino degli uccelli deve cedere il passo ad una dark ambient plumbea che via via si fa sempre più minacciosa, fino a macchiarsi di abrasioni industriali; allo stesso modo, la danza tribale di "Veda-tanec", direttamente dal cuore di una impenetrabile foresta pluviale, lascia che subentri un'algida onda sonora, pronta a soggiogare prepotentemente la psiche. Il momento più alto dell'opera è però "Zerno Sfera", che nei suoi interminabili 24 minuti sa giostrare benissimo coi campionamenti (anche vocali), prima della inesorabile discesa in un Maelstrom di anime straziate, lacerante preludio ad un finale che definire spettrale è un eufemismo: un'altalena di sensazioni malevole che, per la loro efficacia evocativa, gelano il sangue nelle vene. Le superbe trame oscure dell'abissale "Zashitnyj Svet" si legano a meraviglia ad un vortice vocale realmente inquietante e mistico, a degna chiusura di un lavoro di grande spessore. Voci, strumenti a corde e a fiato, campanelli, campane tibetane, strumenti elettronici, field recordings ed i giusti collaboratori sono quanto serve a Sergey per concretizzare al meglio la propria visione artistica, ed i risultati raggiunti parlano chiarissimo: Vresnit è un act da seguire con la massima attenzione, così come ogni altro progetto legato ad una label - la Vetvei - che sta nobilitando gli sforzi dei molti talenti nascosti nel più oscuro sottobosco russo.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/vresnit