28-05-2011
KATRINE HASH
"Metropomorphic"
(Nomadism Records)
Time: (52:37)
Rating : 8
Pur consci di apparire ripetitivi, non possiamo esimerci dal sottolineare per l'ennesima volta la qualità dei progetti provenienti dal sottobosco nazionale, specie quando a sbucare fuori dal nulla sono artisti del calibro dei Katrine Hash, saggiamente messi sotto contratto dalla nostrana Nomadism. Dopo che il chitarrista Stefano Calore ha rimpiazzato il membro fondatore Massimo Bonaldi, l'act veneto è rimasto di base un duo, ruotante attorno alla figura dello stesso Stefano e di Massimo Di Leo. I due, onde completare la propria opera prima, si sono avvalsi di collaborazioni a dir poco fondamentali per quanto concerne la parte vocale, segnatamente reclutando due ottime voci come Michele Bernardi e Giovanna Lubjan, indispensabili per elevare oltre il rango di semplici esercizi di stile i dieci momenti contenuti in "Metropomorphic". Il sound imbastito dai Nostri si muove in territori trip hop, senza mai scimmiottare i soliti Massive Attack o Portishead, e si dipana con una raffinatezza strutturale riscontrabile ad ogni livello, coniugando la matrice elettronica ad una chitarra che ricama col savoir faire dei più navigati artisti. La grande forza dei Nostri, rispetto ad una scena che offre poche sorprese degne di nota (vedi Red Painted Red), sta nel riuscire a dare quel quid in più ad ogni brano, anche e soprattutto in termini di spessore emotivo ed intensità, grazie ad arrangiamenti di enorme classe (esaltati da una produzione davvero esemplare), melodie pregnanti ed un pulsante intreccio ritmico di alta caratura. Un suono sinuoso che penetra sotto la pelle, rapendo con la sua grande abilità nel dispensare un pathos dalle tinte notturne, completato a meraviglia dalle performance vocali dei due collaboratori di cui sopra, perfetti per il compito a loro assegnato, come dimostrano gemme col potenziale da hit quali "Lorenz Butterfly", "Wordless Insignificance" ed "Allow Me". Mai banali e sempre misurati (anche nelle scariche più elettriche, penetranti ma ben attente a non suonare pretestuosamente ruvide), i due sciorinano un songwriting che non conosce momenti di stanca, debuttando con un lavoro di ampio respiro ma scevro da facili tentazioni commerciali, da assaporare con attenzione, onde coglierne tutte le piccole magiche sfumature e godere del fascino magnetico che sprigiona. E sarà bene tenere gli occhi puntati sul duo veneto, la cui sorprendente maturità artistica va infinitamente oltre quella del debuttante medio ed il cui potenziale permette di coltivare grandi ambizioni, anche - e forse soprattutto - al di fuori della nicchia dei seguaci delle sonorità oscure.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/katrinehash
http://www.myspace.com/nomadism