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Room 108

27-04-2007

SYRIAN

"Alien Nation"

Cover SYRIAN

(A Different Drum/Audioglobe)

Time: (45:18)

Rating : 8

A due anni dall'apprezzato "Kosmonauta", Andylab e Voyager tornano col terzo album per confermare le buone impressioni raccolte un po' ovunque grazie alle precedenti prove. E se la regola vuole che il terzo album di un gruppo sia quasi sempre quello della maturità, il duo del Nord Italia ci conferma che, almeno nel proprio caso, ciò corrisponde al vero: "Alien Nation" infatti, pur restando ancorato alle fondamenta future-pop/synthpop costruite con le due precedenti release, amplia il discorso dei Syrian e lo completa, inglobando nuovi elementi ed influenze indispensabili per poter guardare avanti con fiducia e serenità. Ne scaturisce un'opera decisamente più variegata, anche se la nuova mega-hit d'apertura "Supernova", pur vantando la prestigiosa (e spettacolare, in questo caso) apparizione alla voce del grande Marian Gold (Alphaville), ci riporta direttamente alla strabordante vena future-pop già evidenziata a più riprese in passato. I grandi passi in avanti fatti dal duo emergono però nettamente già dalla successiva title-track, sapientemente costruita fra elettronica e chitarre rock-oriented, mentre "Musika Atomika" si rivela pienamente sintetica grazie al suo meccanico incedere ritmato (che rimanda ad una certa "Personal Jesus"...) ed alle vocals passate al vocoder. C'è più solidità nei nuovi Syrian, come dimostrano episodi incisivi quali la ruvida "Orion Shall Rise" (che ospita il frontman dei torinesi T3chn0ph0b1a ai cori), una "Helium" splendidamente melodica e capace di inglobare influenze indiane, il solenne e pompatissimo strumentale "Hypercube" ed una "Speed Of Light" breakkata ed industrialoide (remixata dagli Endanger) che nel refrain va a riprendere il tema di "Now Is Forever" (dal debut "De-Synchronized"). I Syrian affinano le proprie arti anche nei frangenti più 'pop', come denotano le riuscitissime "Solarchaser" e "Destiny Sunrise" (entrambe fornite di chitarre ottimamente integrate), mentre la chiusura è affidata alla 'radio version' di "Supernova", che permette di godere una volta in più della presenza del sempreverde Marian. L'obiettivo doveva essere quello di confezionare un lavoro più completo dei suoi predecessori, ed è stato centrato: ora i Syrian possono godersi i meritati consensi (che di certo arriveranno da più parti) ed iniziare a gettare le basi per un futuro ancor più roseo, perché se la strada per un'interessante evoluzione è stata intrapresa con successo, è anche vero che va percorsa fino in fondo. Un ottimo ritorno, indubbiamente.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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