20-03-2011
BIONULOR
"Sacred Mushroom Chant"
(Wrotycz Records)
Time: (51:48)
Rating : 6
Il concetto di 'sound recycling' è alla base dei componimenti di Bionulor, act polacco creato dallo sperimentatore Sebastian Banaszczyk e giunto ora al suo secondo lavoro dopo l'omonimo debut-album pubblicato nel 2009. Riciclare un suono significa servirsi di una fonte audio, manipolarla ed estrapolarne un nuovo brano: è così che prende vita "Sacred Mushroom Chant", utilizzando esclusivamente la voce umana (diversa per ognuna delle cinque tracce), cesellata e rifinita come se fosse una precisa scultura ricavata da un enorme blocco di marmo, facendo a meno di strumenti o suoni aggiuntivi. Le voci non vengono scelte a caso, ma hanno una precisa valenza artistica: "DCHMP." è strutturata a partire da un'intervista con Marcel Duchamp, "NL." vede trasformata l'ugola di Armstrong, "NHN-B." è sviluppata su una canzone tradizionale giapponese, mentre nella chiusura di "NIC NIE JEST PRAWDZIWE" intervengono le parole dello stesso Sebastian, che denuncia una sentenza attribuita a Hasan Ibn-Sabbah, mentre in apertura si ricorre ad un lunghissimo intreccio (ben 22 minuti) di canti sciamanici relazionati all'assunzione di funghi allucinogeni. Ma qual è l'effettivo risultato di un progetto così originale e fuori dalla norma? Una musica senza dubbio elettronica, fatta di piccoli rumori analogici, minimali particelle glitch e assaggi delle voci originarie progressivamente deturpate e scomposte: sembra quasi di trovarsi dinnanzi all'opera di uno scienziato folle, che riassembla provocatoriamente i pezzi di un macchinario fino a fargli assumere una nuova e misteriosa funzionalità. Se il gioco derivato da pezzi come "NHN-B" e "NIC NIE JEST PRAWDZIWE" risulta interessante e seguibile nella sua stranezza, i sibili spaccatimpani di "DCHMP." allontanano anche il più accanito curioso; parimenti se l'esito ambientale di "NL." porta sulla soglia della compiutezza, la prolissa autoreferenzialità della title-track tende a snervare i più tenaci. Risultati alterni, quindi, per un lavoro esente da intrattenimento, che si risolve in un esercizio tecnico da studiare ed osservare per carpirne strutture e significati. Oggetto incomprensibile per quei tanti che si accontentano ancora della 'solita' musica o di rumori meno matematici, ma foriero d'interesse per una nicchia estremamente ridotta.
Michele Viali
http://www.myspace.com/bionulor