13-03-2011
AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT
"La Bellezza Del Perder Tempo"
(Autoproduzione)
Time: (39:19)
Rating : 8
In questa quarta fatica, rigorosamente autoprodotta, l'artista triestino che abbiamo conosciuto come Morgan (o Christian, come obietterebbe l'anagrafe) si ripresenta sulle scene definendosi 'Uccello Del Malaugurio', in linea con il nerissimo e disilluso humour che aleggia in taluni frangenti delle sue opere. Con lui ci siamo lasciati poco più di due anni fa, quando parlammo dell'ottimo "Scrutando Tra Ruggini Post-Industriali", ma le tracce che compongono il nuovo lavoro (edito in sole 250 copie numerate a mano nel formato CDr, con il consueto pregnante artwork A5, stavolta curato da Fabio Babich anziché dal solito Aaron Nagy) scavano indietro fino al 2006, almeno in taluni casi. Ed ancora una volta, nell'introdurre la nuova fatica di questo ammirevole compositore solitario, non possiamo prescindere dalle sue stesse parole: "Non saprei cosa dire di questo quarto album. Credo sia un disco noioso, pesante, non adatto a tutti. È un viaggio all'interno della mente di una persona che ha perso ogni motivazione, che ha capito che la vita è solo un'attesa più o meno lunga della Morte.". Non crediamo esista modo migliore per introdurre il lettore alle sonorità del nuovo opus, che abbandona per necessità descrittive i sentieri della dark ambient, dell'industrial e della fine elettronica, optando per un uso quasi esclusivo di piano ed archi che rimanda all'impianto neoclassico della prima pubblicazione su CDr "La Rivolta Dei Tulipani" (2005). Non una strada nuova per l'artista del Nord-Est, dunque, e l'abilità con cui il Nostro riesce a tratteggiare plumbei scenari carichi di mestizia attraverso l'esigua strumentazione impiegata, complice una produzione decisamente adatta al mood globale, ci dice che un lavoro come questo non potrebbe funzionare partendo da altre prerogative. Ancora una volta la musica non può prescindere dai testi come dalla grafica, perché è l'insieme a svelare il reale valore di un'opera che ad un ascolto superficiale potrebbe apparire 'semplice', ma che in realtà è un magnifico e dolente mosaico di pensieri neri e riflessioni amare. Trovano così piena ragion d'essere sia l'iniziale "Un'Altra Eccitante Giornata Di Noia", insieme di campionamenti dei rumori dei piccoli, stanchi gesti quotidiani, che la conclusiva "Il Mondo Verso L'Abisso", nata dal genio compositivo di Franz Schubert e qui riproposta quale degna chiusura, fra i tipici crepitii emessi dal vinile. Ma "La Bellezza..." è anche un lavoro dove gli intensi spoken-word assumono maggiore importanza, come svela "Il Volo Della Farfalla Bianca", magistralmente recitato da una Zoe Pernici che riesce a comunicare la disperazione di un amore tormentato e di un cuore affranto in maniera così convincente da far inumidire gli occhi. Solo "Allegro Con Morto", coi suoi lenti rintocchi ritmici, si presenta in forma esclusivamente strumentale, laddove negli altri episodi è l'amara interpretazione di Massimiliano Borghesi ad arricchire trame sonore ora pregne di mestizia ("Nascosto Sotto La Pelle"), ora più plumbee (la sottilmente marziale "Una Marcia Per La Donna Senza Nome") o toccanti (gli archi di "In Un Angolo Della Casa Del Dolore"). Capiamo bene cosa l'autore voglia dirci usando termini come 'noioso', 'pesante' e 'non adatto a tutti', e in quest'ultimo caso sottoscriviamo in pieno, ma allo stesso modo non possiamo non consigliare a chi ama scavare nel sottobosco delle autoproduzioni un'opera di cotanto spessore emotivo, di certo più diretta e scarna rispetto alle prove precedenti, eppure tremendamente efficace nel descrivere la disillusione di chi non ha più nulla da chiedere a questa vita. Pienamente convinti che l'opera di At The Funeral Of My Violet Rabbit meriti la massima attenzione, specie da parte di chi, nella musica oscura, cerca qualcosa di vero.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/atthefuneralofmyvioletrabbit