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Room 108

06-12-2010

ANTONELLO CRESTI

"Lucifer Over London. Industrial, folk apocalittico e controculture radicali in Inghilterra"

Cover ANTONELLO CRESTI

(Aereostella)

Time: (269 pag.)

Rating : 9

Conoscevo già Antonello Cresti, scrittore, saggista e organizzatore di eventi, per via di una serie di libri sulla cultura inglese, fra cui l'ottimo "Fairest Isle. L'epopea dell'electric folk britannico", nonché per la sua attività musicale con i Nihil Project. Quando ho ricevuto la copia del suo nuovo libro "Lucifer Over London", che porta come sottotitolo 'Industrial, folk apocalittico e controculture radicali in Inghilterra', una parola mi è subito venuta alla mente: finalmente! Sì, finalmente qualcuno ha deciso di aprire uno squarcio nella fitta tela che la cultura e l'informazione 'ufficiale' hanno steso sopra un mondo musicale ed estetico fino ad ora riservato ad una ristretta cerchia di iniziati. Industrial e folk sembrano due parole, e di conseguenza due generi musicali, in antitesi fra loro, ma sono legate in realtà da un filo fatto di canoni lirici, filosofici, politici ed estetici comuni. Nel libro viene ripercorsa l'epopea della cultura radicale inglese che ha dato vita a questi generi musicali, con tutti i suoi ammiccamenti alle sinistre e alle destre estreme, ammiccamenti che poi non sempre si sono evoluti in vere e proprie adesioni ad un determinato movimento politico. La nascita di questi fenomeni culturali fra gli anni '70 e '80 è stata vista spesso come una forma di reazione alla politica Thatcheriana, reazionaria e autoritaria. In questo libro l'autore va oltre questa interpretazione, suggerendo come in realtà le controculture radicali siano il naturale sbocco di tutta una tradizione esoterica, occultistica e filosofica che ha caratterizzato la cultura britannica nel corso dei secoli. Ecco quindi il capitolo dedicato all'analisi delle correnti filosofiche ed esoteriche inglesi con nomi più o meno conosciuti come Spare, Dee e Crowley, con la loro a volte pesante influenza su intere generazioni di musicisti. Ancora più interessante è poi il capitolo sulla musica classica inglese, settore piuttosto sconosciuto ai più, che viene qui portato alla luce con competenza e puntualità, per non parlare del capitoletto dedicato all'eccentricità degli inglesi, caratteristica umorale che da noi viene spesso erroneamente scambiata per pazzia. Attraverso questo interessante preambolo si arriva quindi a parlare dei protagonisti musicali di questa scena, partendo all'inizio dei '70 dai Throbbing Gristle del genio Genesis P-Orridge, coloro che le sonorità industriali le hanno inventate, rovesciando le basi concettuali della musica tradizionale per creare musica senza strumenti, suonata da non musicisti, aprendo più o meno involontariamente le porte della composizione creativa a tutti. E poi Psychic Tv, ovvero il proseguimento dell'epopea Throbbing Gristle, e i Coil, fra i massimi rappresentanti della musica elettronica di ogni tempo, che hanno fatto della loro omosessualità la chiave per l'osservazione del mondo da altre angolature; i Current 93 di un altro genio, David Tibet, vero e proprio anello di congiunzione fra industrial e folk apocalittico, generi da lui esplorati con profondità e originalità. Interconnessi con i progetti citati, ci sono i Death In June di Douglas P., cui è dedicato un capitolo che evidenzia la natura profondamente personale e libera di questo progetto, sicuramente il meno inglese e il più orientato verso l'Europa. Infine l'ultimo capitolo, ma non per importanza, riguarda i Sol Invictus di Tony Wakeford, collaboratore anche dei Death In June (come Tibet, d'altronde), il progetto più legato al folk tradizionale inglese, e forse anche quello più politicamente schierato di tutta questa scena. Si tratta di un libro che non è un semplice e referenziale elenco di monografie e biografie, ma un corpus in cui si spiegano le influenze musicali, culturali ed estetiche di una scena che, pur rimanendo essenzialmente di nicchia, è attiva da circa 40 anni, e i cui stilemi sono oramai diventati pane quotidiano per il mainstream. Nel testo non ci sono piaggerie nei confronti degli artisti, mentre i passaggi a vuoto, che in una carriera trentennale sono altamente probabili, sono giustamente evidenziati. Quello che resta è però il quadro d'insieme, che unito alle abbondanti informazioni biografiche dei singoli progetti e delle fonti dove poter attingere ulteriori informazioni (libri, siti internet ecc.) rende questo libro una piacevole lettura e un utile manuale per scoprire e approfondire un genere musicale realmente alternativo. Da segnalare, infine, i contributi esclusivi sotto forma di prefazione e interviste di Vittore Baroni, Steve Sylvester e Luca Lionello Rimbotti.

Ferruccio Filippi

 

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