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Room 104

22-10-2010

ENDLESS ASYLUM

"Danvers State Hospital - Beyond Mental Illness"

Cover ENDLESS ASYLUM

(Caustic Records/Masterpiece)

Time: (44:02)

Rating : 9

Nell'ultimo decennio tre film hanno in particolare contribuito ad illuminare quel piccolo filone del gothic-movie vitale (o funereo) tra i corridoi di antichi edifici, vecchie ville trasformate in ospedali e labirinti mentali malati o indotti, ma soprattutto buio, tanto buio. "Fragile" di Jaume Balaguerò, "Gothika" di Mathieu Kassovitz e "The Orphanage" di Juan Antonio Bayona, il catalano Bayona. Su tre, due spagnoli di cui uno catalano. È solo un caso, allora, che il prolifico Sathorys Elenorth sia nato in Catalogna, ami fotografare certi asfissianti luoghi/non-luoghi o case antiche, ma soprattutto si sia cimentato nello studio dei labirinti mentali scrivendo nel suono, donando immagini sonore? È solo un caso che ancora una volta ci riferiamo a Sathorys pensandolo in proiezioni sonore cinematografiche? Forse il compositore con maggior classe, oggi, nella nostra area di riferimento Sathorys è sicuramente tra i più prolifici, senza minare, tra i mille progetti, una qualità sempre altissima. Per questi aspetti è affine all'amico Peter Bjärgö, diviso tra Sophia, Arcana, solo-project o collaborazioni anche nell'ambito del metal estremo, mai piatto. Due personaggi fantastici. La differenza sostanziale è che Elenorth oggi preferisce la militanza tra sonorità industriali e neoclassiche, a volte cupe ma spesso eteree, che anche in "Danvers State Hospital - Beyond Mental Illness" riesce a gestire in un suono creativo e caleidoscopico, esteticamente bello, a tratti intrinsecamente geniale. Endless Asylum nasce come idea nel 2008 e si concretizza in questa uscita per Caustic Records (label in cui ha confidato gran parte delle proprie produzioni, dagli iniziali Ordo Funebris ad oggi); le iniziali atmosfere goth-medieval dei Narsilion sono remote guardando l'evoluzione dell'artista catalano: Lugburz, Der Blaue Reiter, Edram ed ora Endless Asylum, act emarginati da contesti che non siano la composizione spesso solitaria e romantica. Il Danvers State Hospital fu un centro per lo studio delle malattie psichiatriche, aperto verso la fine del 1800 e demolito tra il 2005 e il 2006. Peccato, perché era un edificio di maestosa architettura gotico-vittoriana che nella sua fase finale di abbandono ispirò anche un horror movie, "Session 9", ambientato tra le stanze fatiscenti di questo moderno lager della scienza americana, in cui lo studio della mente era gestito con demoniaca crudeltà medica. Immaginate quindi sette tracce in cui Sathorys scatena il suo istinto compositivo, vedendo, materializzando i corridoi, i laboratori, la decadenza, le energie... Soprattutto le energie, perché non muoiono, permeano le pareti per divenire ectoplasmi, fantasmi che una ruspa non può demolire, il dolore sopravvive al carnefice. "The Diary Of Marie Balter" è segnato da una voce narrante inumana, tra rumori di un ambiente astratto e pericoloso, porte chiuse da non aprire. Il viaggio all'interno dell'edificio (trasformato nella metafora della mente tra ricordi, visioni, labirinti, stanze murate) inizia con suite meste ed industriali come in "Schizophrenia" (apprezzabile anche il relativo video, contenuto come bonus), che è lunghissima e percussiva, ricamata dagli archi in questo caso mesti, non luminosi come in altre soluzioni. Un viaggio industriale ed etereo, come se l'artista catalano sposasse idealmente tra loro i Coil e gli In The Nursery: suoni che in "The Lobotomist" sono oscuri e contaminati, eterei in "Childhood In Danvers", frutto di un terrore palpabile con stasi droniche invase dall'ambiente, che per tutto l'album, tra carillon, sospiri, canzoni retrò, pianti e grida riporta l'ascolto verso dimensioni di reale/irreale orrore metafisico. Fa soffrire questo disco: rendere suono, anche misericordioso, la morte voluta come liberazione da un incubo ha la stessa atmosfera, densa e dolorosa, di una fotografia in bianco e nero di Mauthausen o Buchenwald; la 'soluzione finale' qui è desiderio bramato dal paziente come liberazione, la vita è un peso e Sathorys cesella il suono creando quadri di sofferenza tangibile. Non è Atrium Carceri o Desiderii Marginis: Endless Asylum non vive delle lunghe stasi oscure dell'ambient, cercando invece sonorità espresse perfettamente in "Beyond Mental Illness", veloce ed orchestrata, pronta per divenire soundtrack, il che sarebbe la giusta consacrazione. Sette tracce per scoprire un lato dell'artista catalano che si è evoluto in questi anni di multiprogettualità: intraprendete il viaggio nell'ospedale degli orrori del Massachussetts, e se alla fine dell'album vi opprimerà il senso di colpa in quanto appartenenti al genere umano, non preoccupatevi... il contrario sarebbe follia.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/endlessasylumspace

http://www.causticrecords.com/