05-08-2010
DIM ARCANA
"Yersinia"
(Black Drone: 13 Series)
Time: (28:33)
Rating : 7
Il sottobosco musicale oscuro italico, a dispetto di una scena perennemente in debito d'ossigeno a causa di un pubblico le cui priorità sono tristemente note, è in continuo fermento e non manca mai di partorire nuove realtà artisticamente valide. È il caso dei Dim Arcana, duo bolognese formatosi nel 2008 e composto da Diasper ed Einzl, di cui sentiamo parlare per la prima volta grazie alle attenzioni di una piccola e giovane etichetta come l'australiana Black Drone, geograficamente parlando lontanissima eppure attenta nel notare un piccolo talento nostrano, evidentemente sfuggito agli occhi e alle orecchie del panorama nazionale. In attesa di dare alle stampe il full-lenght di debutto dei Dim Arcana "Ars Populi" entro fine anno, la Black Drone offre una prima opportunità al duo nostrano con la sua divisione 'do it yourself' 13 Series, specializzata nel supporto delle realtà di nicchia meno note attraverso pubblicazioni in CDr con tirature limitate a sole 13, 26 o 39 copie. E proprio 39 sono le copie realizzate per il CDr di debutto dell'act bolognese, "Yersinia", primo vagito di un progetto il cui intento è quello di richiamare le atmosfere di quel medioevo dove la morte e la pestilenza avevano preso il sopravvento, donando tratti precisi alla vita di quei tempi. Un suono prevalentemente dark ambient di stampo medievale, a tratti memore dei primi Arcana, ma interpretato attraverso un'ottica precisa e lontana dalle mere emulazioni: questo il contenuto delle nove tracce incluse, tutte denominate "Opus" con a fianco un numero romano progressivo. I lugubri droni dark ambient che sono alla base della musica del duo si fondono con campane, percussioni e sporadiche ma efficaci influenze noise, offrendo spazi al calzante spoken-word (diviso su più tracce) le cui parole sono riportate nella inner-sleeve; svettano dal tessuto sonoro la semplice ma impeccabile melodia medievale di "Opus III", il feeling sinistro e le percussioni di "Opus V" ed i synth sinfonici che chiudono "Opus VIII", ma è il flusso dei brani nella sua totalità a risultare efficace nel catturare le atmosfere di quei secoli bui a cui i Nostri si ispirano e nel proiettare l'ascoltatore in tali luoghi, evocandone le immagini con forza. Un progetto ancora giovane, ma già convincente e forte di un'equilibrata visione d'insieme: l'invito è quello di scoprirne le qualità già da ora, in attesa di un full-lenght che si annuncia promettente.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/dimarcana