05-07-2010
ARGINE
"Umori D'Autunno (Il Filo Spinato E Le Bolle Di Sapone)"
(Ark Records/Masterpiece)
Time: (44:14)
Rating : 9.5
Un lungo arpeggio solitario: Corrado Videtta e la sua chitarra, nessun altro. Il ritorno degli Argine è così aperto: "Dentro" inaugura la nuova creazione che Corrado nel tempo ha plasmato riflettendo la sua indole, il suo percorso, le possenti chimiche che governano stabilmente la band dopo gli assestamenti di oramai qualche anno fa. Un gentile plettrare le corde come la purezza del neofolk richiede, quello di vecchia scuola Fire & Ice, Death In June, quello nato tra le nebbie e le brume albioniche che negli anni si è ritagliato un posto d'onore nelle nicchie dell'underground. "Umori D'Autunno" è pochissimo marziale, affatto industriale: puro folk nero 'glassato' di classicismi romantici. Corrado è tra coloro che oggi riescono a mantenere intimo il rapporto con il suo pubblico, sia nei live-show che su disco, confidando, sussurrando le sue poesie musicali come un amico di cui ci si può fidare, a cui si può affidare il cuore: "Distesa" ne è un esempio, fragile nel testo sussurrato tra presenze in punta di piedi della parte strumentale. David Tibet, i primi Ostara e pochi altri riescono ad insinuarsi con discrezione negli strati intimi tramite la musica, grazie ai testi. Ne è un esempio "Insofferenze" (...guardare l'indolente traiettoria alla ricerca di Dio, quando tutto è luce...), sempre sussurrata, le corde quasi graffiate ma con sensibilità, rumori d'ambiente, ed il brano cattura, obbligandovi ad ascoltare cercando di capire, come aforismi in cui cerchiamo risposte carpendone il significato o, forse, aprendo altri quesiti nello step successivo nell'investigazione dell'essere. Gli Argine del 2010 (sei gli anni d'attesa dall'ultimo full-lenght "Le Luci Di Hessdalen") sono supremi nel creare una soluzione musicale omnicomprensiva di tutta una carriera, offrendosi in panni neofolk e celebrando quindi anche i fasti di "Luctamina In Rebus" con brani leggermente marziali nelle rullate ben gestite tra gli accordi di chitarra. "Novecento", grazie anche alla presenza di Martina Mollo al piano ed alla spoken-voice di Magi Petrillo, così come "Pioggia", sono i momenti in cui ritrovare le atmosfere di "Gelsemio" o "Vene D'Acero" a distanza di quasi dieci anni, soprattutto la seconda, in cui Alfredo Notarloberti trasforma le gocce dell'autunno in note di violino. Ma "Umori D'Autunno" è soprattutto intimità: "Lontano" è perfetta, e con tale aggettivo s'intende che ogni reparto sonoro è curato per una resa altissima. Nella voce di Corrado il canto accenna lievemente la poesia del brano, nato da un precedente accordo degno dei migliori Death In June ("Accidental Protegè"), canzoni perse nel passato di Douglas Pearce in cui Corrado ritrova sé stesso oggi. Edo qui non può e non deve essere virtuoso: "Lontano" richiede l'anima del violino, ipnotico nei suoi soffici simil-loop (solo Matt Howden riesce ad esprimere a questi livelli lo spirito dello strumento) per diventare armonia nel finale, in cui s'incastonano il basso di Michele De Finis e le percussioni di Alessio Sica. Poi di nuovo brio nella title-track grazie al crine dell'archetto (ed alla mano di Edo...), alle elegie di Corrado che qui nulla invidia al Battiato più ispirato. "Blu Luce" è il finale idoneo: di nuovo protagonista un testo che obbliga alla riflessione ("...ci si perde a naufragare intorno alla sostanza delle cose..."), e dolcemente le tredici tracce finiscono, lasciando quella sensazione di malinconia al palato che sempre rende vittime degli Argine. Cinquecento copie pubblicate in un elegante digipack: gli umori d'autunno sono metafora della vita che a volte ci chiede di fermarci a riflettere, a volte ci sorride e, quando spesso lottiamo tra le lacrime per cogliere il sapore di una canzone bella, profonda e non banale, ha il potere di strapparci un po' di gioia, anche quando è amara, ma sincera come gli Argine. Bentornati: ne avevamo bisogno!
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/theofficialarginespace