25-06-2010
SPIRAL69
"A Filthy Lesson For Lovers"
(Megasound)
Time: (43:18)
Rating : 7.5
Le strade si separano ma non cessano di condurre il viandante verso una meta, La meta. Il musicista vagabonda senza sapere dove le Muse lo condurranno, unico bagaglio al seguito il fardello colmo della sua arte. Nel caso di Riccardo Sabetti, una volta sceso dal viaggio che intraprese come membro degli Argine ha deciso di imboccare lentamente, senza apparenti idee delineate, il sentiero per la ricerca di una nuova meta da raggiungere, o solo da perseguire. Compagno di questo nuovo viaggio il suo background, un pianoforte, il basso, la chitarra e tanti amici, tra cui ancora una volta Edo Notarloberti (Ashram). Il violinista campano è sempre più simile ad un Caronte e con la sua classe indiscutibile 'traghetta' nuove idee, nuovi act verso il successo, prestando la sua leggiadria d'archetto all'amico, già con lui negli Argine. Come rinunciare all'archetto del bardo capace negli anni di sedurre le platee di tutta Europa? Ovviamente è impossibile e Riccardo sa benissimo che un patrimonio simile, inserito nel songwriting, genera bellezza ed attrazione. Dolcissima, "Cover Me" si decora di quella chimica tra musicisti che riescono a capirsi immediatamente; la presenza alla chitarra di Emanuele Colella e alla batteria di Salvio Imparato, unite alla voce di Riccardo, determinano la bellezza figlia di limpidezza del brano, idealmente principe dell'album. In questo frammento la perfezione stilistica di Notarloberti diventa una firma tramite le sue 'pennellate', e sempre il violino in altre tracce dell'album ha il compito di far virare lo stile, immerso nel rock, marchiandolo e portandolo verso strati intrisi di classe. Performance firmate dall'ottimo Andrea Ruggero. Seduzione: sottile ed invisibile, ma presente, lega le undici tracce di "A Filthy Lesson For Lovers", ma solo al violino è concessa la malia, il resto è suono epidermico composto da chimiche a volte dolorose e vissute in prima persona tra rimandi darkwave, industriali o lisergici e carezze folk-noir, quando richieste. Ne deriva un album immediato e godibile, ricco di un grande patrimonio che si veste di molti abiti 'underground'. Nel complesso ricorda per situazioni simili il momento in cui Daniel Ash si divise dai Bauhaus e formò i Love And Rockets, cercando strade parallele senza ripetere i precedenti fasti. "Echo" e "Sweet L" sono due brani che affondano le proprie radici in un rock maledetto e 'catchy' in cui il violino di Ruggero nella prima song ed il basso nella seconda, nel ritagliarsi uno spazio di rilievo, danno carattere al sound. Amplificate entrambe le canzoni verso fronti ancor più passionali ed otterrete "Killing Juda", un ipotetico aspirante singolo. Stupenda la title-track: il pathos struggente e rabbioso della voce si cinge di una parte strumentale che sia nel piano che nel violino o nelle percussioni riesca a risultare agogica nel sottolineare una canzone intensa e viva, assolutamente viva, anzi, vissuta. Ottima la cover di "And I Love Her", nata nel lontano 1964 dalle parti di Liverpool per mano di famosi baronetti inglesi e qui resa con personalità anche grazie allo splendore morbidamente seduttivo del violoncello di Stefano Ratchev, già tra le file dell'Orchestra di Ennio Morricone. Megasound e Riccardo Saetti, insieme, hanno la possibilità di puntare al mercato (il precedente progetto di Riccardo, i Pixel, rimase piuttosto anonimo) con convinzione, perché le undici tracce del disco hanno gli ingredienti fondamentali per arrivare a proporsi con merito: classe nel suono, un'ottima voce di rinforzo e un appeal fulmineo. "A Filthy Lesson For Lovers" nasce ancora una volta in una Campania che, quando esce dal nazional-popolare più bieco, ha le giuste credenziali per offrirsi ad un pubblico non solo goth: benvenuto Riccardo.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/spiral69
http://www.megasoundrecords.com/