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Room 109

19-04-2010

M.E.M.

"Fragments Of Uncertain Journey"

Cover M.E.M.

(Autoproduzione)

Time: (59:08)

Rating : 7

Il mistero avvolge tanto la musica quanto il nome di M.E.M., progetto solista proveniente dalla Repubblica di San Marino con all'attivo quattro album autoprodotti tra il 2005 e il 2010. La non meglio identificata mente creatrice è una vecchia conoscenza di casa Slaughter, etichetta che ne licenziò un album firmato con lo pseudonimo Krey. Per il resto è la musica di "Fragments Of Uncertain Journey" a parlare, ultimo lavoro messo a punto tra il 2007 e il 2008, stampato in CDr con custodia digipak, per una tiratura complessiva di sole 100 copie. Siamo nei paraggi di un suono death-ambient minimale e crudo, fatto di torbidi rumori dilatati e lavorati quanto basta per estrarne orrori interiori e follie cerebrali, spalmate attraverso dodici frammenti che trovano il fulcro del concept nel brano "Middle World (Between Life And Death)", ispirato alle visioni dell'artista polacco Zdzislaw Beksinski durante il suo periodo di coma. La resa audio sporca ci trasporta all'interno di una inquietante cavità umida, quasi fosse la scatola cranica di qualche cadavere in cui rimbombano ancora spaventosi sussulti vitali. Alcune aggiunte di synth, con curiosi effetti da B-movie anni '70, e le fastidiose voci che di in tanto in tanto amplificano la dose di adrenalina, contribuiscono a rendere più nitido il profilo globale del disco, il quale affonda ancor più il coltello nella piaga con le urla e le lacrime del bambino in "Lost In The Life" e con gli anonimi strepiti di dolore di "On The Edge (Tasting The Infinite Void)". Nel complesso il lavoro si mantiene vicino sia all'industrial prima maniera, con passaggi minimali che rimandano a certe rozze e indimenticabili sperimentazioni del primo Maurizio Bianchi, che alle ambientazioni a tinte fosche di gente più o meno famosa come Megaptera o Djinn e, più in generale, della grande famiglia Slaughter. Non a caso il lavoro è dedicato alla memoria di Marco Corbelli, che avrebbe senz'altro apprezzato e prodotto una 'musica' così deviata ed evocativa. Forse per volere proprio, M.E.M. è un progetto ancora misconosciuto che meriterebbe un'attenzione maggiore da parte di chi segue le frange più nervose del post-industrial.

Michele Viali

 

mugolini@omniway.sm